DENTROCASA AGOSTO 2025 | Page 63

A sinistra: Apnea, olio su tela, cm 100x100, 2022; sopra: Swimming, olio su tela, cm 160x140, 2023; a destra: L’ acqua color verde ramarro, olio su tela, cm 160x140, 2023.
Gianbattista Bonazzoli bonazzoli99 @ gmail. com cell 328 3465570

C laudio Malacarne, nato a Mantova nel 1956, ha reso l’ acqua un pattern acquisito, una geografia sedimentata che può accogliere ogni variazione di stato, ogni azione umana, ogni temperatura e clima del momento: come se la tela fosse mare dentro, circoscritto dal telaio, un microceano fedele su cui trascrivere singolarità emotive, istanti dentro il gesto, spicchi di vita che l’ estate rende narrazione sentimentale. Proprio l’ aria estiva sembra la

naturale conseguenza del suo sguardo liquido, una stagione che organizza gli istanti dello sguardo interiore, del rito defatigante, del lasciarsi scivolare sotto il calore avvolgente. Una lunghissima estate calda che attraversa la sua produzione in un ciclo di variabili infinite, tra paesaggi del proprio vissuto che si trasformano in archetipi del comune sentire. Tra teoria e pratica vince, al dunque, la naturale disposizione inventiva della luce, quella sua libidinosa capacità di colorare la Natura con le molte nature dello spettro visibile. Siamo nella scienza ottica, è vero, ma siamo anche nella rivelazione poetica che ogni scienza contiene, oltre le necessarie teorie, prima che l’ uomo disegnasse nella caverna, dopo che l’ antropocene sarà un ricordo geologico. Acqua e corpi giovani dichiarano la potenza dell’ utopia figurativa, quel poetico istante universale in cui la florescenza generazionale si immerge nel simbolo di ogni nascita biologica o rinascita interiore. Il quadro si assume una sorta di onere metafisico, un impegno a fermare l’ attimo dentro la riconoscibilità del galleggiamento; che poi si tratti di mare salato o piscine d’ acqua dolce poco cambia quando il close-up cerca l’ armonia del corpo universale nel suo abito liquido, nel suo ritrovamento delle origini fetali. L’ osservazione attenta dimostra il passaggio da un realismo fotografico dei colori solidi ad un onirico arcobaleno di colori liquidi. Non è cosa minima ribadire la coerenza di un sistema cromatico che reinventa le piattezze degli sguardi generici sul paesaggio: perché qui l’ artista si muove nei giochi instabili del sole, negli inganni ottici del riflesso, nelle rilucenti astrazioni che l’ occhio percepisce e il pennello restituisce. Ci arriva un’ eco bizantina della lirica luministica, una visione ultrasensibile che ricrea margini di trascendenza dello sguardo. Quei gesti ricchi di colori sono un mondo dentro il mondo, una festa sublime dell’ essenza vitale, un viaggio evangelico nelle domande che non avranno mai risposte. Ci sono opere che non rispecchiano il carattere intimo del suo creatore ma ne diventano la proiezione parallela, una specie di seconda vita, un gemello diverso che può dire molto senza rivelare la sua essenza profonda. Altre opere, invece, descrivono le geometrie sentimentali come fossero rivelazioni matematiche, parlano con la grammatica e la sintassi dell’ animo abissale, assottigliando le distanze tra creatore e“ creatura”. Malacarne appartiene alla seconda ipotesi, quella in cui l’ opera sembra l’ escrescenza spirituale dell’ artista, un prolungamento instabile e metaforico, intriso di coscienza sensibile e universalità sentimentale. Un oceano che si fa lago in cui abbracciare l’ orizzonte per sottrarre lontananze incolmabili, per tenere vicino ciò che non si vuole perdere, per ribadire il battito cardiaco dietro ogni opera, quando l’ occhio rallenta per seguire il battito del mondo, quando il pennello diventa un mantra del cammino in avanti, gesto dopo gesto, intreccio dopo intreccio, carezzando la carta e abbracciando la tela. L’ arte di Malacarne respira con la stessa frequenza del Pianeta Terra, una sintesi sincronica che fonde il nostro spirito con
il paesaggio naturale, con il peso invisibile del mare, con le stoffe del vento che ci vestono, con il sole che ci accende, con la luna che carezza i nostri sogni.
( Estratto da un testo di Gianluca Marziani).