ancora il corpo ai nuovi ricer-
catori come lei o, per esempio,
in modo differente, Jacopo Go-
dani, per creare un nuovo lin-
guaggio che possa assurgere
a faro? C’è ancora spazio per
linguaggi totalmente nuovi o la
ricerca e le novità si registra-
no solo su piccole innovazioni,
leggeri cambiamenti?
La tecnologia e la scienza sono
in costante evoluzione. Venti
anni fa non potevamo imma-
ginare Internet e un live stre-
aming in diretta mondiale in
tempo reale eppure oggi re-
alisticamente siamo sempre
un passo indietro rispetto alla
scienza e alla tecnologia, non
in termini di immaginazione ma
nel senso della applicazione
pratica. La tecnologia si svilup-
pa sempre per un uso militare
o pornografico. Se ci pensate,
la pornografia, in un certo qual
modo, ha un’analogia con la
Danza, perché si tratta di cor-
po, sensazioni, e ciò che la tec-
nologia fa, in un certo senso, è
permetterti un’esperienza fisica
in modo virtuale, il che è de-
cisamente interessante per la
danza. Noi non possiamo sa-
pere con largo anticipo cosa si
potrà sviluppare, tutto ciò che
si può fare è stare nel presen-
te. Tutto ciò che posso fare è
concentrarmi su piccole cose.
Quindi, non penso cosa potrò
fare in futuro ma cosa posso
fare adesso. Cosa posso realiz-
zare in questo preciso momen-
to.
Il tipo di emozione o sensazione
che un danzatore può avere at-
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