Dance&Culture N°4-5-6/2016 D&C 4-5-6-16 | Page 9

ancora il corpo ai nuovi ricer- catori come lei o, per esempio, in modo differente, Jacopo Go- dani, per creare un nuovo lin- guaggio che possa assurgere a faro? C’è ancora spazio per linguaggi totalmente nuovi o la ricerca e le novità si registra- no solo su piccole innovazioni, leggeri cambiamenti? La tecnologia e la scienza sono in costante evoluzione. Venti anni fa non potevamo imma- ginare Internet e un live stre- aming in diretta mondiale in tempo reale eppure oggi re- alisticamente siamo sempre un passo indietro rispetto alla scienza e alla tecnologia, non in termini di immaginazione ma nel senso della applicazione pratica. La tecnologia si svilup- pa sempre per un uso militare o pornografico. Se ci pensate, la pornografia, in un certo qual modo, ha un’analogia con la Danza, perché si tratta di cor- po, sensazioni, e ciò che la tec- nologia fa, in un certo senso, è permetterti un’esperienza fisica in modo virtuale, il che è de- cisamente interessante per la danza. Noi non possiamo sa- pere con largo anticipo cosa si potrà sviluppare, tutto ciò che si può fare è stare nel presen- te. Tutto ciò che posso fare è concentrarmi su piccole cose. Quindi, non penso cosa potrò fare in futuro ma cosa posso fare adesso. Cosa posso realiz- zare in questo preciso momen- to. Il tipo di emozione o sensazione che un danzatore può avere at- 9