Cucinarte 24 Natale Dicembre 2013 | Page 22

Scopri la nuova idea di birra alla spina il SALOTTO del VINO Nelle notti di Natale un buon vin brulé che scalda il cuore Freschezza inalterata dal birrificio al bicchiere grazie all’innovativa tecnologia DraughtMaster™. di Alessandro Maurilli, giornalista enogastronomo Freschezza inalterata dal birrificio al bicchiere Fusto in PET riciclabile Minor impatto ambientale 60 litri di birra spillati dai nostri fusti in PET contribuiscono alla riduzione dell’effetto serra quanto un albero in un anno di vita*. Mai più CO2 aggiunta * Vs. fusti in acciaio. Fonte: elaborazione dei dati EPD 31.12.2011. www.environdec.com Vuoi saperne di più? • www.drinkdifferent.net • www.carlsbergitalia.it • www.beviresponsabile.it È per eccellenza il vino della convivialità, conosciuto in Italia soprattutto al nord, nei vari mercatini dell’Avvento. Il Vin Brulé è diventato ormai un elemento immancabile delle festività natalizie (anche se oggi il suo consumo si protrae fino al Carnevale). Se nella storia più recente è un vino utilizzato soprattutto dai popoli della Mitteleuropa (Germania e Austria in testa) per scaldare il corpo durante le giornate più fredde, tuttavia la sua storia rimanda a una bevanda simile, ma servita fredda. Nel Medioevo infatti i monaci francesi usavano consumare quello che veniva chiamato l’Ippocrasso, una bevanda a base di vino al quale venivano aggiunte delle spezie. In Francia era anche chiamato “il vino dei poeti di strada”, lo si ricavava spesso da una materia prima scadente e le spezie servivano a coprirne sapori poco nobili. Utilizzata come corroborante, disinfet- tante e riscaldante, questa bevanda, che in Germania prende il nome di Glühwein, in Francia Vin chaud, Mulled wine in Gran Bretagna, oggi ha raggiunto il suo ruolo di vino dell’amicizia. Tuttavia c’è ricetta e ricetta. Se nei paesi anglosassoni si utilizzano solo basi di vino rosso, in Alto Adige esiste anche la variante su vino bianco (elemento d’influenza austriaca). In Romagna c’è la tradizione del Bisò, un Vin Brulé che ha come base il Sangiovese. La ricetta delle spezie è “segreta” e cambia da un posto all’altro, anche se cannella e chiodi di garofano non possono mancare. La ricetta Non esiste una ricetta più originale di un’altra. Per vicinanza usiamo fare quella che ci raccontano i malgari dell’Alto Adige e del Trentino. La base deve essere un vino abbastanza neutro come sapore, niente di particolarmente strutturato. Si comincia dunque la cottura a fuoco basso aggiungendo zucchero, cannella, anice stellato e chiodi di garofano (le dosi sono in base al proprio gusto), ma anche altre componenti aromatiche, come scaglie di bucce di agrumi. Il tempo di cottura è variabile, dall’ebollizione in genere non più di trenta minuti. Va gustato fumante. 21