la STORIA in TAVOLA
Il pranzo e il cibo di Natale in Italia e nel mondo
di Alex Revelli Sorini, direttore Accademia Italiana Gastronomia Storica
Fin dall’antichità è in questo periodo, coincidente con il solstizio d’inverno, che
il cibo gioca un ruolo centrale. Il Natale, per il mondo cristiano, è la festa per
eccellenza che celebra la nascita del Salvatore, il pranzo di Natale è importante perché riunisce attorno a un tavolo tutti i componenti della famiglia
In tutte le culture la festa trova la sua
prima espressione proprio nel cibo,
nell’insolita abbondanza e nelle specialità particolari che si preparano per
l’occasione. È chiaro il perché: il cibo
rituale segna la festa, l’abbondanza
propizia la fertilità e allontana lo spettro
della fame, paura atavica degli uomini.
Su questa base antropologica non c’è
festa senza banchetto e, poiché storicamente la religione è stata l’occasione
per scandire il calendario con le sue
maggiori e minori festività, il sacro si
mescola inevitabilmente al profano.
Il Natale, per il mondo cristiano, è la
festa per eccellenza e il pranzo di Natale è il pranzo per eccellenza. Guai
a non farlo. Una volta (raccontano le
agiografie francescane) i discepoli di
Francesco discutevano se, capitando
il Natale di venerdì, bisognava festeggiarlo come grande festa (e con la consueta mangiata di carne, cibo festivo
per definizione) o praticare l’astinenza
e la penitenza tipiche
del venerdì. Gli chiesero un parere e lui
si infuriò: «Ma come?
- disse - voi vorreste
fare penitenza nel
giorno in cui è nato il
nostro Signore? In un
giorno come questo continuò - vorrei che
non solo gli uomini,
ma anche tutti i nostri
amici animali godessero l’abbondanza del cibo, e anche
questi muri, se potessero mangiare,
dovremmo rimpinzarli (...) ma poiché
questo non è possibile, almeno spalmiamoli di lardo.»
Natale nel mondo
Riferendo delle tradizioni legate al Natale nel mondo è necessario estendere il discorso ad un periodo più ampio,
cioè al ciclo delle feste di fine anno, 13