gerarchicamente tra semplici lavoranti, apprendisti e maestri con notevoli diversità economiche tra loro. L’ apprendistato era rigidamente codificato così come le dispute tra affiliati erano esclusiva materia dell’ associazione e il cui appello in certe situazioni regionali era demandato solo all’ autorità regale. Le corporazioni e le gilde erano amministrate con diversi livelli di potere per le diverse attività svolte, insomma era un complesso di attività amministrative, civili e operative che non erano riducibili alla sola attività di cantiere. Dietro al cantiere c’ era una complessa articolazione di attività economiche, organizzative e di relazioni sociali e politiche che erano amministrate dal gruppo dirigente e nel quale il ruolo del progettista o architetto dell’ opera da realizzare era sussidiaria. Il cantiere era l’ ultima fase di una grande operatività senza la quale nessun progetto avrebbe potuto avviarsi 52.
Marchio di scalpellino tedesco con iscrizioni di epoca successiva
Una tesi alquanto diffusa tra certi storici è che in Francia nel XV secolo si fosse sviluppata una particolare forma corporativa dei lavoranti, il compagnonnage, una primordiale forma di coalizione operaia in opposizione alla gestione autocratica dei maestri di corporazione. La tesi conflittuale è dubbia e difficilmente avvalorabile in mancanza di dati certi ma probabile, infatti come si è visto sopra in certi casi il potere delle corporazioni creò dei dissidi e dell’ allarme sociale nelle classi inferiori.
Negli oltre cento documenti ufficiali conosciuti delle corporazioni medioevali e di epoca successiva, sono pochi quelli che illustrano delle cerimonie di affiliazione o accettazione di nuovi membri, che però non possono essere intese come iniziazioni in senso stretto. Ugualmente i riferimenti di tipo religioso cristiano come parti di preghiere o appelli alla divinità e santi, non davano uno specifico valore sacrale o spirituale ai documenti, facendo parte di un’ ufficialità ammantata del comune senso religioso che allora imperava, quell’ assolutismo teologico sopra citato dove nomina sunt numina, le parole rivelano il pensiero divino anche nei documenti politici. Neppure queste attestazioni di religiosità, dovute forse più che volute, possono caratterizzare le corporazioni come gruppi di spiritualità o comunque votati al sacro, che invece era ben altrimenti espressa nei gruppi conventuali d’ ogni genere e nelle confraternite, associazioni connesse alle corporazioni e gilde ma con diversi scopi e funzioni. In ogni modo era prevalente la funzione di stabilità economica e di conservazione del potere politico istituzionale fino al XVI secolo, quando invece gli Stati assunsero un carattere geopolitico e di controllo più ampio, quando si definirono maggiormente le prime forme di professionalità indipendente dalle corporazioni e si svilupparono le conoscenze tecniche al punto di non poter essere segretate. Ma fu il Seicento che avviò il definitivo processo di dissoluzione delle corporazioni, sia riguardo al loro potere civile e politico sia riguardo alla loro funzione economica, per complesse ragioni come si vedrà di seguito.
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Brunelleschi non avrebbe potuto progettare e costruire a cupola del Duomo di Firenze senza la volontà culturale politica e finanziaria di Cosimo dei Medici.
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