Coop Politiche Sociali - Coop e Scuola Trent\'anni. Spesi bene. | Page 22

22 Trent’anni. Spesi bene Trent’anni. Spesi bene 23 essenziale introduzione, vuol tracciare una storia dell’alimentazione ripercorrendone le linee attraverso l’analisi del rapporto che il corpo umano ha avuto con il cibo e mostrando come questo legame sia stato trasformato dalla tecnologia alimentare – dal consumismo in senso laterale alle varie metafore sotto cui si nasconde e insidia – sotto le vesti del consumismo – la pratica felicità di un bambino. Felicità fatta di gioco e negata dai giocattoli; fatta di piacere d’indossare quel che si vuole e negata dalle etichette e dalle fibre dei tessuti messi in circolazione dalla moda; fatta di propensione al ricambio dei prodotti e negata dalle manipolazioni grafico-tipografico-linguistiche della pubblicità. Un cattivo (pessimo?) consumo è quello che generalmente si dà dell’ambiente circostante: ecco la terza sezione della mostra che illustra come si può lottare contro sprechi, inquinamento, fronteggiare l’esaurimento delle materie prime. La stessa devastazione dell’habitat, stavolta rintracciata sul corpo dell’essere umano, è quella messa in luce nella sezione conclusiva dell’itinerario: dove si vede come bevande alcoliche, fumo, droga e, allo stesso titolo le tanto ‘sicure’ e rassicuranti medicine, facciano di uno stato di salute psico-fisico un ricordo forse di tempi passati”. Le animazioni rappresentano la parte viva della manifestazione, quella in cui si instaura un rapporto a due vie con i visitatori. «La carta vincente – dice Pattini – perché improntate, alla maniera francese, alla didattica attiva, con la forte partecipazione dei ragazzi su una serie di parole chiave: fare la spesa, la moda, i pericoli in casa, eccetera». I giovani sono invitati a partecipare a una serie di giochi, di simulazioni, di discussioni e a diventare protagonisti del loro svolgimento, sotto la guida di animatori a questo preparati. Gli argomenti riflettono in gran parte quelli della mostra quali ad esempio Il supermercato, ovvero saper fare la spesa. Viene ricreato in dimensioni ridotte l’ambiente del supermercato, i ragazzi divisi per gruppi sono invitati a fare la spesa in base a liste predisposte. Arrivati alla cassa gli studenti trovano gli animatori che analizzano la spesa considerando le calorie, il costo, la data di scadenza... È un’idea così geniale che, anni dopo, si pensa di utilizzare i supermercati veri per le animazioni con i ragazzi. Farsi un giocattolo con poco è facile suggerisce l’idea di un giocattolo domestico, fatto con le proprie mani e senza alcun costo. Cosa c’è dentro la scatola? (l’immagine del prodotto) è articolata in due momenti: il primo consiste in un semplicissimo test chimico per riconoscere la presenza di coloranti nelle bevande. Il secondo è uno studio dei singoli prodotti per insegnare ai ragazzi a leggere le etichette. E poi Il gioco dell’oca, Anatomia della pubblicità, La moda, il vestirsi, i tessuti… «Per ogni animazione – continua Pattini – si costituì un gruppo di lavoro che definiva i contenuti, le dinamiche, la struttura fisica, i materiali, la conduzione. Un gruppetto formato da addetti al settore delle varie cooperative e collaboratori esterni: animatori, dietisti, esperti. Con i responsabili di ciascun gruppo si monitoravano i lavori. Le Giornate di Modena hanno dato l’impronta alle successive, è lì che si è costruito il sapere e il saper fare per tutte le edizioni successive che poi hanno avuto aggiornamenti e miglioramenti. Lì nasce la figura dell’animatore Coop. Per tutte le edizioni c’era un gruppo di tirocinanti di altre coo- ANNI ’80 Le Giornate dei giovani consumatori A Modena Le Giornate dei giovani consumatori A Torino