Coop Politiche Sociali - Coop e Scuola Trent\'anni. Spesi bene. | Page 16

16 Trent’anni. Spesi bene Trent’anni. Spesi bene 17 Inoltre, proprio per migliorare la consapevolezza su questi problemi e permettere ai consumatori una scelta consapevole, si introduce l’etichettatura informativa. Così l’attività sociale esce dai binari tradizionali della base dei soci ed entra in ambienti nuovi. Non si limita alla propaganda cooperativa, alla dimostrazione dei vantaggi economici della cooperazione, ma si cimenta con i temi della correttezza alimentare, della conoscenza dei prodotti e della difesa dell’ambiente. Si producono materiali di larghissima diffusione avvalendosi della collaborazione di esperti e studiosi (opuscoli, audiovisivi e filmati), si organizzano centinaia e centinaia di assemblee nei luoghi di lavoro, nei punti di vendita cooperativi, nei quartieri intorno a questi temi. Consulenti alimentari vengono inseriti stabilmente al servizio di soci e consumatori; all’informazione sono dedicati i periodici mensili delle cooperative e specialisti di pedagogia dei consumi vengono messi a disposizione delle scuole. Si sviluppano campagne di mobilitazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica che sono ricordate fra le maggiori iniziative consumeriste nazionali: la lotta ai coloranti e conservanti inutili o pericolosi, le proposte di legge per etichette chiare e informative sui prodotti, la battaglia per la riduzione del fosforo nei detersivi, la costante pressione per una pubblicità credibile e veritiera sono alcune fra le più incisive azioni sociali di Coop della fine degli anni ’70 e inizio anni ’80. È una cooperazione che si assume il compito di rappresentare i consumatori: da cooperative di consumo a cooperative di consumatori il passo è breve. Coop guarda all’Europa In questo ribollire di iniziative e attività verso un’impronta consumerista, Coop ha sempre uno sguardo attento e un atteggiamento di dialogo e confronto con quanto accade negli altri paesi europei sui temi della tutela del consumatore e dell’educazione ai consumi. Nel 1981 il convegno L’educazione alimentare in Europa, promosso a Bologna dalla cooperazione di consumatori, individua, attraverso il confronto delle esperienze di educazione alimentare condotte nei paesi europei, alcuni punti fermi che hanno segnato lo sviluppo dell’educazione alimentare in Italia negli anni successivi: il bisogno di distinguere tra “momento informativo” e “momento educativo” nell’ambito della comunicazione volta a migliorare le abitudini alimentari; il riconoscimento della complessità dell’atto alimentare come sintesi di determinanti fisiologiche, p sicologiche, sociali e culturali in senso lato; la necessità di affrontare l’educazione alimentare in modo sistemico, coinvolgendo la popolazione, e i giovani in particolare, su tutti i piani individuati come significativi per la formazione del rapporto con il cibo. Il dibattito pedagogico, infatti, ravvisa la necessità di educare ai consumi soprattutto le giovani generazioni con interventi di orientamento, di alfabetizzazione, di conoscenza e di comprensione volti al raggiungimento di un obiettivo preciso: imparare ad acquistare in modo ragionato. Così Oddone Pattini, a quel tempo responsabile del Settore nazionale Soci e Consumatori in Emilia Romagna, racconta le origini dell’iniziativa più impegnativa, più originale e di maggior successo della cooperazione di consumatori nel campo dell’educazione ai consumi: «Per me ANNI ’80 Le Giornate dei giovani consumatori A Bologna Le Giornate dei giovani consumatori A Firenze