Coop Politiche Sociali - Coop e Scuola La carta di Peters
QUARTINO PETERS
17-04-2009
11:40
Pagina 1
“La trasformazione del mondo inizia dalla trasformazione della nostra mente ed il rinnovamento della nostra mente inizia con la trasformazione delle immagini che introduciamo dentro: le immagini che attacchiamo nei nostri muri e che portiamo dentro ai nostri cuori.” (Teaching a New World Vision, Ward Kaiser)
La carta di Peters Nel 1973 lo storico tedesco Arno Peters pubblica
una nuova “Carta del mondo”, che consente la riproduzione esatta delle aree effettivamente occupate dai continenti, ma ha come svantaggio un effetto di distorsione verticale molto pronunciato. Le masse continentali, in effetti, assumono una forma allungata, mai vista prima. Peters muta completamente le forme delle terre emerse, assottigliando o schiacciando – a seconda delle latitudini – regioni, continenti e oceani, allo scopo di mantenere inalterata la proprietà dell’equivalenza. In sintesi, mantiene
corretto il rapporto della distanza di qualsiasi punto dall’equatore. Secondo Arno Peters, la proiezione di Mercatore – molto usata finora – ha posto l’Europa in primo piano (mostrandola più estesa, ad esempio, del Sud America, che in realtà è il doppio) e rimpicciolito l’emisfero Sud. L’approccio dello storico tedesco è culturale più che cartografico, poiché egli vuole promuovere l’educazione alla mondialità, l’esigenza di non “guardare il mondo con gli occhi del nostro paese, ma guardare il nostro paese con gli occhi del mondo”.
La visione eurocentrica Nella geografia, l’Europa si è considerata al (il) centro del mondo, determinando linguaggi e modalità di rappresentazione del mondo stesso. E, ancora oggi, le carte geografiche sono lo specchio di una dominazione culturale definitivamente conclusa molti anni orsono. Nel 1569 Mercatore, cartografo fiammingo, aveva disegnato una carta molto utile per la navigazione, tracciando li-
nee orizzontali e verticali su un piano rettangolare. Questa proiezione deformava però le aree e, quanto più ci si avvicinava ai poli, tanto più la superficie aumentava. Le scarse conoscenze geografiche hanno fatto sì che, pur essendo una proiezione scadente, la carta di Mercatore ha avuto una grande diffusione su libri e atlanti, trasformandosi in una proiezione mentale standard per il mondo occidentale.
La mappa non è il territorio Da quando, nel 1980, fu
pubblicata nel “Rapporto Brandt” sul sostegno dei paesi del Nord allo sviluppo dei paesi del Sud del mondo, la carta di Peters ebbe un grande successo, divenendo la prima carta che corregge la distorsione eurocentrica delle vecchie carte geografiche conosciute. Ma è proprio così? In verità, esistono centinaia di proiezioni diverse e ciascuna presenta vantaggi e difetti. Anche quelle che hanno avuto più successo delle altre, contengono errori e deformazioni. In una certa misura è inevitabile, per l’impossibilità di rappresentare fedelmente su una carta piana la superficie sferica della Terra. Facciamo un esperimento: se sbucciamo un’arancia e proviamo a premere la buccia su un piatto, essa si deforma e si spezza. Dunque, la realtà può essere osservata da infinite angolazioni, e ciò vale anche per le carte geografiche. Ognuna è un’approssimazione della
realtà rappresentata. Non si può affermare che esista una proiezione migliore di un’altra: nessuna lo è in senso assoluto, poiché dipende da cosa si vuole rappresentare. Anche l’uso della carta di Peters, che ha grandi meriti, va quindi accompagnato dalla consapevolezza che non si tratta di una carta perfetta. È però un punto di partenza utile per poter lavorare, più in dettaglio, sullo sviluppo sostenibile e sulle cause dello sviluppo ineguale e della povertà nel mondo. Nell’uso didattico, fondamentale è la scelta della “proiezione” che si adotta; un esercizio utile per i ragazzi è osservare più carte geografiche, realizzate con diversi tipi di proiezione (alla stessa scala o a scala simile), per rilevarne le varie deformazioni e distorsioni. Perché, come sempre, la regola aurea per un insegnante è presentare, commentare, confrontare, esercitare e far esercitare il pensiero critico.
Testi a cura di: Anna Di Vittorio Bibliografia De Vecchis G., Riflessioni per una didattica della geografia, Roma, Ed. Kappa, 1994 Nanni A. – Surian A., La geografia si può rinnovare. Introduzione pedagogico-didattica alla Proiezione Peters, Roma, ASAL, 1995