Coop Politiche Sociali - Coop e Scuola In bocca al lupo | Page 87

LA PUBBLICITÀ E I COMPORTAMENTI ALIMENTARI DEI RAGAZZI CONCLUSIONI Si sente sempre dire che i ragazzi di oggi mangiano male, lo junkfood è diventato anche la causa di un affidamento famigliare in Gran Bretagna. E’ dei giorni scorsi la notizia che un bambino di 10 anni che pesa 89 chili è stato tolto alle cure materne ed affidato ai servizi sociali, perché si è considerata la scorretta alimentazione come una prova di maltrattamento nei suoi confronti. La giovane madre inglese si è difesa adducendo il pretesto che al figlio non piacciono le verdure e che per nutrirlo non può prescindere da patatine, hamburger, dolcetti. Ovunque si ripete che i giovani di oggi mangiano male: o troppo o troppo poco; sempre in modo discontinuo o ossessivo. Le rubriche dei giornali ci insegnano a pensare che il cibo è la cartina di tornasole dell’equilibrio giovanile, che il peso dei ragazzi così come il loro colorito sia la prova della loro efficienza e normalità. Forse la più diffusa patologia dell’opulento mondo occidentale degli adolescenti sembra essere l’anoressia e – la bulimia, almeno a giudicare dal risalto che questi mali hanno sulle pagine dei giornali. Malessere che veniva tradizionalmente attribuito al genere femminile e che oggi sempre più spesso è appannaggio di quello maschile. Qual è il rapporto dei ragazzi con il cibo? Chi ha insegnato loro a mangiare? La famiglia? La scuola? O la televisione? Come può questa generazione di figli ipercalorici che ha vissuto un’educazione sentimentale “in punta di forchetta” non avere con il cibo un rapporto importante? Questa è anche la prima vera generazione di ragazzi nati e cresciuti oltre che in famiglia e a scuola anche davanti alla TV. I mezzi di comunicazione di massa hanno veicolato nuove suggestioni alimentari: le merendine , gli snaks, le bibite, oltre gli hamburger e gli hot dog riempiono lo stomaco dei ragazzi perché passano nelle loro menti continuamente come proposte di appartenenza a un gruppo, come ambiti di condivisione, come elementi che fanno parte della loro vita sociale, prima di entrare effettivamente nel loro stomaco. Questa generazione ha imparato a mangiare guardando la televisione non solo perché spesso da bambini sono stati messi di fronte allo schermo per farli star buoni all’ora di pranzo e di cena, ma perché i loro programmi preferiti, sono “farciti” di merendine e di leccornie a lunga conservazione che divenendo desideri, di fatto soddisfano un duplice bisogno: quello di chiedere qualcosa che sarà facilmente esaudito e quello di far comprare qualcosa che verrà acquistato volentieri come lenimento di un diffuso senso di colpa degli adulti. Merendine, patatine, spuntini, dolcetti e bibite di ogni colore, costituiscono così il magico universo agro alimentare di una generazione che unisce il cibo al gioco, che concepisce il giocattolo come parte integrante del cibo (si pensi ai gadgets che popolano i pacchetti di merendine) e che soprattutto diventa così parte di un più ampio gruppo di pari. Che cosa sa questa generazione del ciclo alimentare? Chi ha insegnato l’imprescindibile importanza di un’alimentazione corretta? Arriveremo anche noi ai consulenti etici statunitensi che aiutano i grassi americani a ritrovare la loro taglia medium? Secondo i ricercatori più aggiornati i consulenti valutano le risorse con cui è prodotto un oggetto e l’efficienza energetica del suo uso e quindi la possibilità di vivere in modo “sostenibile” 87