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IN BOCCA AL LUPO delle pubblicità fra categorie merceologiche è relativamente stabile, a testimonianza della dimensione europea degli investimenti pubblicitari. Confrontando l’Italia con i dati medi europei, il settore merceologico dove l’Italia primeggia per numero di spot è certamente quello di pasta, pani e cereali, che raccoglie il 21% degli spot delle due reti italiane (Rai 1 e Canale 5) contro una media europea in questo settore del 10%; Germania, Spagna, Olanda, Norvegia e Polonia hanno percentuali di spot di pasta, pani o cereali inferiori al 10%. L’Italia ha invece percentuali di promozioni inferiori soprattutto nei latticini, con il 12% di spot contro una media europea del 17% e nei prodotti farmaceutici, con il 14% contro il 17%. Fra i singoli prodotti dove l’Italia si differenzia maggiormente dalla media europea troviamo in particolare: gli yogurt e le bevande a base di latte, con 2% di spot nelle due reti italiane contro una media europea del 9%, i condimenti vegetali, oli e altre salse con lo 0,5% di spot italiani contro la media europea del 5%, i succhi, assenti in Italia, mentre mediamente sono presenti in Europa con il 4% di spot. L’Italia, invece, supera il numero di spot medio europeo nella diffusione di dolci, torte e pasticceria, con il 7% contro circa l’1% europeo, tortellini e simili, attorno al 4% in Italia contro una media europea dello 0,5%. Un elemento che è emerso dall’analisi degli spot e merita una riflessione è la presenza di campagne alimentari contro l’obesità infantile e per promuovere una corretta alimentazione apparse in alcuni paesi europei, ma non in Italia. Campagne di questa natura sono state rilevate in Spagna, con uno spot per la prevenzione dell’obesità infantile che invita i bambini a dedicarsi ad attività fisica, in Gran Bretagna, con una campagna a favore del consumo di frutta e verdura, in Polonia, a favore del consumo di arance e mandarini, e in Portogallo, con una campagna che invita i bambini al consumo di latte puro e che tenta di mettere in guardia i genitori dal credere ciecamente alle pubblicità di prodotti dolciari che sovrastimano i contenuti di latte. Anche in Francia, seppure in un periodo successivo alla rilevazion