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La merenda o una vecchina col banchetto di caramelle, liquirizie, lupini, mostaccioli… E il cartoccio di carta-paglia riempito di squisitezze che, qualche volta, la mamma o il papà comprava, magari per premio? “Fuori dalla scuola, i ragazzi incontravano il turco che vendeva, tutto a un soldo, i croccanti, le tre prugne infilate nello stecchino, i tre fichi legati con lo spago, la manciata di noccioline, il frutto candito, il trancio di castagnaccio o il «cartoccio dello studente», composto di «uva passa, mandorle, pezzetti di zucchero, un milligrammo di cacao, un po' di polvere della strada e almeno un paio di mosche»”. (14) E quante volte, da ragazzi, si scambiava la merenda con il compagno, per il piacere della novità o per il gusto di trasgredire alla mamma! Ma scambiarsi le merende a volte è pericoloso. L’avventura di Pleskit sul pianeta Terra inizia con un banale scambio di merende. Nessuno può prevedere l’effetto che il burro di arachidi ha sugli abitanti di Hevi-Hevi e Pleskit si ritrova nei guai. (15) FETTE DI STORIA… Dieci bambini, uno per ogni decennio del Novecento, raccontano per parole e immagini un’epoca: storia e vita quotidiana, piccole e grandi storie della vita italiana… 1941 - 1950 - “Andrea aveva fame, ma la sua fetta di pane con la cipolla l’aveva già mangiata, e non c’era più niente fino a cena. Mangiando aveva usato il trucco di zio Giacomo in Russia, durante la ritirata. Forse era per quello che lo zio era riuscito a tornare, anche se con un piede congelato, perché là i soldati marciavano nella neve con scarponi di cartone. - Tenevamo in bocca il boccone il più a lungo possibile, masticando lentamente raccontava. - Ogni tanto mandavamo giù una piccola parte, più saliva che cibo, e lo stomaco, vedendola arrivare, pensava - Ecco un bel boccone! e per un po' si accontentava. Così, ingannando lo stomaco, non siamo morti di fame! Ma lo stomaco di Andrea non si lasciava ingannare, e poi lui non riusciva a fare come lo zio, e mangiava la fetta di pane in fretta come se ce ne fosse un’altra, dopo. Invece non c’era.” (16) L’UOVO ALLA COQUE “Il sole del pomeriggio in mezzo agli alberi del giardino disegnava sul muro figure cangianti di tale bellezza che Peter scordò tutto il resto. Le indicò, esclamando: - Aaak! La zia Laura canticchiava a bassa voce tra sé e sé e intanto gli legava un bavaglino al collo. Be', se non altro adesso non correva più il rischio di volare a terra. E sarebbe anche riuscito a informarla del fatto che era vittima di un crudele incantesimo. Perciò, con voce pacatissima disse: - Aagh, gaaah iiin -, e avrebbe detto anche molto di più se non si fosse ritrovato la bocca improvvisamente invasa da una cucchiaiata di uovo à la coque. Sapore, odore, colore, consistenza e 50