Ho visto il cercatore di uova di
tartaruga che per poter variare la sua
dieta, normalmente a base di
mandioca, non esita a calpestare le
spiagge bianche e tiepide del Cururu, sperando di non finire in bocca ad un caimano
e soprattutto, di non mettere un piede su
una manta-raja che potrebbe essere
ancor più letale.
Ho conosciuto gente che abbandona con
fatica un’antica tradizione indigena che
vorrebbe che un giovane cacci un caimano,
possibilmente il più grosso, per darlo in
dono alla famiglia della sua amata.
Per fortuna dei caimani e grazie alle
nuove norme del governo di Parà, questa
antica tradizione sta scomparendo.
Ma per dare un’idea, vi metto questa foto
come simbolo del reale pericolo di cacciare
un caimano con metodi tradizionali. Voi
avreste il coraggio di farlo, anche per la
più bella del mondo?
Io no!!!
Ho avuto modo di scambiare opinioni con
persone che, pur non avendo avuto molto
contatto con l’uomo moderno, sono più
all’avanguardia dei moderni.
Non dobbiamo dimenticare che queste
genti hanno avuto e continuano ad avere
un grande rispetto della natura, forse
maggiore del nostro. Non sprecano!!!
Consumano o se preferiamo, usano solo
quello di cui hanno bisogno.
Vivono in modo diverso ma sono state capaci di convivere senza distruggere il loro
ambiente. È questo ambiente preservato
che ci permette di poter fuggire dalla
nostra “modernità”.
Ma attenzione, questa è una riserva indigena, dove ancora, e non si sa per
quanto tempo, vengono rispettate delle
regole.
In queste zone ricche di oro, come già
detto in precedenza, nessuno si augura la
liberalizzazione dello sfruttamento a favore dei garimperos. I cercatori d’oro sarebbero capaci di distruggere tutto
questo in un paio di anni, abbandonando
tutto e tutti al proprio destino una volta
saccheggiato il prezioso metallo. Ma di
questa piaga vorrei parlare più avanti.
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