Confluenze Magazine Nt. 17 | Page 16

Ho visto il cercatore di uova di tartaruga che per poter variare la sua dieta, normalmente a base di mandioca, non esita a calpestare le spiagge bianche e tiepide del Cururu, sperando di non finire in bocca ad un caimano e soprattutto, di non mettere un piede su una manta-raja che potrebbe essere ancor più letale. Ho conosciuto gente che abbandona con fatica un’antica tradizione indigena che vorrebbe che un giovane cacci un caimano, possibilmente il più grosso, per darlo in dono alla famiglia della sua amata. Per fortuna dei caimani e grazie alle nuove norme del governo di Parà, questa antica tradizione sta scomparendo. Ma per dare un’idea, vi metto questa foto come simbolo del reale pericolo di cacciare un caimano con metodi tradizionali. Voi avreste il coraggio di farlo, anche per la più bella del mondo? Io no!!! Ho avuto modo di scambiare opinioni con persone che, pur non avendo avuto molto contatto con l’uomo moderno, sono più all’avanguardia dei moderni. Non dobbiamo dimenticare che queste genti hanno avuto e continuano ad avere un grande rispetto della natura, forse maggiore del nostro. Non sprecano!!! Consumano o se preferiamo, usano solo quello di cui hanno bisogno. Vivono in modo diverso ma sono state capaci di convivere senza distruggere il loro ambiente. È questo ambiente preservato che ci permette di poter fuggire dalla nostra “modernità”. Ma attenzione, questa è una riserva indigena, dove ancora, e non si sa per quanto tempo, vengono rispettate delle regole. In queste zone ricche di oro, come già detto in precedenza, nessuno si augura la liberalizzazione dello sfruttamento a favore dei garimperos. I cercatori d’oro sarebbero capaci di distruggere tutto questo in un paio di anni, abbandonando tutto e tutti al proprio destino una volta saccheggiato il prezioso metallo. Ma di questa piaga vorrei parlare più avanti. 16 Confluenze