Confluenze Magazine Nt. 17 12 Anno 2 2014 | Page 4

Per non arrivare totalmente impreparato all’appuntamento e per evitare spiacevoli soprese durante la pesca, ho riesumato una vecchia canna, credo, adatta all’uopo, una 9’6” #9 accoppiata ad una triangle taper 8/9 alla quale ho collegato un finale abbastanza corto con terminale del 20. Per non smentirmi, sono arrivato in loco mentre già gli altri sono già sparsi lungo tutto il perimetro e qualcuno ha anche effettuato una cattura. Non fa nulla, tanto quel che succederà, se positivo, sarà tutto in più, altrimenti, viva la compagnia! Inizio, provo le mie esche puzzolenti anche se tutto il lago è costellato in superficie, di panini, baguette, michette oltre a pasturazioni continue con chili di mais. Nulla, la mia esca saporosa non attira nessuna attenzione, così mi vedo costretto ad adattare e aggiornare la mia insidia artificiale. Tolgo il mais e nel mio grub assolutamente BL, infilo un fiocco di poly bianco poi lancio quella che assurdamente viene chiamata una bread fly, in mezzo alla pastura superficiale. Aspetto … poco, perché un risucchio deciso prelude ad una violenta lotta con una “regina” che dopo qualche minuto, nel grosso guadino di un amico, stimo attorno ai 5/6 chili. Bella, con labbra carnose, marrone dorato, un bel pesce sano e vigoroso, lo rilascio, mi sono scappottato, come si suol dire, … potrei quasi anche smettere e magari, girare per il lago rompendo i maroni a quelli che non hanno preso nulla. Mi trattengo, continuo e, quando la fortuna ti assiste, quella cieca, rimangono “appese” altre carpe grosse e piccole alla mia esca poco nobile e poco fly, … ma tanto bread! Ebbene, nelle mie varie peregrinazioni, nelle mie varie uscite di pesca, quando arrivo su un corso d’acqua, che sia un fiume o un torrente, son solito ricercare le varie tipologie di insetti presenti nelle acque ed io questa favolosa bread fly, prima d’ora, non l’ho mai trovata, ma a volte il destino ti pone davanti ad un bivio: da una parte un’allegra compagnia di amici che ti vogliono traviare a tutti i costi e che ti invitano a usare la mosca del panettiere per illudere le carpe, dall’altra, la tua etica, una pescata in solitudine, senza atmosfera goliardica, quasi senza soddisfazioni o stimoli, ma con mosche che imitano gli insetti. Come avete già letto, questa volta la mia scelta è caduta sulla bread, bread che mi ha perseguitato anche a tavola insieme a stinco, patate e buon vino rosso, il tutto condito dalla simpatica compagnia con cui ho condiviso un’alternativa pescata ripudiando in qualche modo per un giorno, i miei piuttosto saldi principi. Natalino Costa 4 Confluenze