Comunion Revista Comunion nº 18 - 2012 | Page 14

Eravamo piccoli, ma è rimasta impressa in noi questa figura singolare per la sue vesti bianche con la croce rossa-blu, la sua fluente barba e il suo carisma spirituale. Ma il ricordo del Vescovo Venerabile ha continuato ad essere vivo nella nostra famiglia fino alla morte di nostro zio don Riccardo Zingaro, fratello di nostra madre.

Zio Riccardo è stato ordinato sacerdote da lui il 18 maggio 1944. questo novello sacerdote fu subito mandato a roma per studiare le questioni sociali, per “prepararsi” in quanto lo voleva destinare nel difficile mondo del lavoro, di cui rgli stesso prevedeva quasi profeticamente grandi lotte sociali e politiche con l’esplosione in Italia delle libertà democratiche, come si evince dalla lettera pastorale del febbraio 1944. L’opuscolo fu dato ai sacerdoti incaricati dell’azione sociale per prepararsi e diffondere il pensiero sociale del Chiesa: “dignità e libertà umana, santità della famiglia, educazione cristiana della gioventù, proprietà privata, lavoro e sua funzione, il salario, la giustizia sociale, la Carità” erano i capisaldi. Nel 1947 zio Riccardo fu richiamato in andria “perché bisognava cominciare a lavorare”, come egli stesso disse.

E fu proprio il palazzo Vescovile ad essere messo a disposizione per un Centro di assistenza ai braccianti, divenuto in seguito, nel 1949 la Comunità dei Braccianti, che poi alla morte di mons. Di Donna, fu chiamata “Casa sociale dei braccianti e degli emigranti Mons. Di Donna”.

In questa stessa casa fu lui stesso, il Venerabile Vescovo, ad istituire l’assemblea settimanale del Mercoledì, arrivata dal 1949

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al mercoledì prima della morte di nostro zio, avvenuta nel 1999, è arrivata al numero 2396.

L’assemblea del mercoledì nella comunità dei braccianti era informativa, ma prima di tutto era finalizzata alla formazione degli adulti per una autentica vita cristiana, la rilettura degli avvenimenti della cronaca alla luce della dottrina cristiana e la comunicazione delle attività di servizio che erano in atto in quel periodo presso la Casa Sociale con al partecipazione di vari ospiti a tal fina invitati.

Il Venerabile ha sempre incoraggiato nostro zio per le iniziative pratiche eminentemente sociali, esortandolo all’azione elevatrice dello Spirito.

Era sempre fra i lavoratori per inaugurare, e non solo, corsi di qualificazione e cantieri. Nostro zio ci ha sempre detto che anche negli ultimi mesi prima della morte era preoccupato e voleva essere sempre aggiornato sulla situazione sociale del nostro territorio. Quattro giorni prima della morte, mettendo le braccia fuori del letto benedisse le ACLI, la Comunità Braccianti e le altre organizzazioni sociali. Due ore prima dell’addio il 2 gennaio 1952 benedisse la nuova bandiera della Comunità Braccianti stesagli sul letto. E fu l’ultimo atto e auspicio sacro per l’attività sociale.

Grazie di tutto Santo Vescovo Mons. Di Donna per aver donato a tutti il Tuo magistero episcopale oltre che testimonianze di vita alla maniera missionaria di tutti i luoghi e tempi.