Comunicare l'Archeologia. Metodo ed esperienze. | Page 14

preprints, per esempio per stabilire un primato su altri che stiano lavorando sullo stesso progetto e così poter ottenere prima anche i finanziamenti necessari per continuare la ricerca. Gli e-journals italiani inerenti l'archeologia non sono molto numerosi (più frequenti le riviste in formato elettronico, che però non hanno nulla in comune con gli e-journals); si possono citare, ad esempio, il Web-Journal on Cultural Patrimony, dell'Osservatorio per la Protezione dei Beni Culturali in Area di Crisi dell'I.S.Fo.R.M., avviato nel 2006, e il Journal of Intercultural and Interdisciplinary Archaeology, nato nel 2003. La divulgazione scientifica Gli studiosi devono rispondere non solo all'esigenza di una maggiore comunicazione tra specialisti nell'ambito delle varie discipline di appartenenza, ma anche al bisogno di informazione della società in generale. Si tratta di un bisogno che gli archeologi hanno sempre sentito. Infatti, scriveva Amedeo Maiuri nella sua “giustificazione”, che introduceva il libro “Vita d'archeologo” (1958): “Si rimprovera agli archeologi, e agli archeologi italiani in ispecie, di tenere poco conto di quello che c'è di avventuroso, romantico e comunque di umana esperienza in ogni impresa archeologica, tale insomma da interessare una più larga cerchia di persone”. I problemi, in effetti, si legano innanzitutto ad una “congenita” incapacità degli archeologi (come tutte le persone di scienza) di trasmettere emozioni e sentimenti, il che può compromettere la razionalità stessa quanto un eccesso di emozione (A. Carandini, Archeologia del mito, Torino 2002, note di copertina). E' pur vero, tuttavia, a difesa degli archeologi, che non di rado anche i non specialisti, appassionati della materia, alzano un muro di incomunicabilità con la scienza ufficiale, soprattutto quando i “freddi” dati della ricerca scientifica fanno vacillare credenze popolari ormai radicate nel tempo, distruggendo miti locali o minacciando primati di antichissime origini di alcuni luoghi. La soluzione del problema deve partire proprio da una corretta comunicazione. La "comunicazione" scientifica si trasforma in “divulgazione” quando si esprime in modo accessibile a tutti. In campo archeologico possono essere considerate una forma di divulgazione scientifica anche il pannello esplicativo posto all'interno di un museo, la didascalia che descrive un reperto, la brochure di una mostra temporanea, e così via, oltre, ovviamente alla letteratura scientifica divulgativa (libri, periodici), alle trasmissioni televisive, ai documentar KZH