Comunicare l'Archeologia. Metodo ed esperienze. | Page 13
Cap. 1
LA COMUNICAZIONE SCIENTIFICA
Caterina Pisu
esempio di una comunità scientifica, sono un
bene da condividere non solo all'interno di
tale gruppo ma anche al di fuori di esso. Se ciò
non avviene, cioè se manca la comunicazione,
quel gruppo diventa “invisibile” per il resto
della società.
La comunicazione scientifica
Etimologia della parola.
Che cos'è la comunicazione? La parola deriva
dal latino communico, formata da cum (“con”,
“assieme a”) e munus (“dono”, “incarico”),
inteso come “mettere in comune un bene”. La
comunicazione è quindi da intendersi come
“scambio di beni” nel senso più ampio
dell'espressione: possono essere considerati
“beni”, infatti, non solo gli oggetti, ma anche i
pensieri, i sentimenti, gli ideali, e quindi gli
strumenti attraverso i quali essi vengono
trasmessi, come la parola o la scrittura. Un
bene è una cosa preziosa, utile e necessaria
per il singolo individuo così come per una
comunità, la cui sana convivenza e la stessa
sopravvivenza si fondano proprio sul possesso
e sull'equilibrato scambio di beni tra le
persone.
Le più recenti analisi sociolinguistiche sul
concetto di comunità e comunicazione,
mettono al centro il “testo” inteso come
interazione comunicativa tra persone (RigottiCigada 2004, p. 5); la cultura di un gruppo
sociale può definirsi come “insieme di testi”,
cioè di conoscenze e credenze, principi e
valori
che,
condivisi,
condizionano
l'appartenenza stessa dei singoli alla
comunità.
Alla luce di queste considerazioni, è chiaro,
allora, che le conoscenze di un gruppo, per
Ecco che, allora, l'esigenza di una
comunicazione sempre più ampia e la
costruzione di un bene comune primario, che
è il sapere collettivo, diventano fondamentali.
Nell’ambito della letteratura scientifica, oltre
al tradizionale supporto cartaceo, esistono,
oggi, altri strumenti di diffusione dei risultati
di studi e ricerche: negli ultimi anni, infatti, si
è assistito ad un cambiamento nelle modalità
della
disseminazione
dell'informazione
accademico-scientifica, grazie alla diffusione,
purtroppo ancora limitata, dell'Open Access
(e-journals, repositories, archivi aperti, ecc.)
che, sfruttando i vantaggi della rete,
garantisce l'immediatezza della trasmissione
dei dati scientifici e il libero accesso ad essi
(talvolta a pagamento), con tutti i benefici che
ne derivano sia per i singoli Autori delle
pubblicazioni che per l'intera comunità
scientifica.
Gli archivi e le riviste open-access si sono
diffuse molto più rapidamente in campo fisico
e biomedico, molto più lentamente nelle
scienze umane, soprattutto per ragioni
economiche (minori finanziamenti) ma anche
per un diverso modo di fare ricerca. In ambito
tecnico-scientifico, infatti, è molto più sentita
l'esigenza di conoscere rapidamente lo stato
della ricerca in un determinato microambito
di specializzazione (P. Suber, Promuovere
l’"open access" nelle scienze umane,
http://eprints.rclis.org/archive/00004956/01
/suberelis.pdf) e di depositare velocemente i
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