BAROCCO e NEOBAROCCO
Volendo offrire una concisa definizione del concetto di “Barocco”, probabilmente non riusciremmo
ad evitare la banalizzazione di una concettualità radicata proprio sull‟elusione di ogni rigido
schematismo. La poliedricità stilistica in auge durante il periodo ha portato alcuni studiosi a negare
l‟esistenza di una poetica barocca unitaria, non riuscendo essi a cogliere nell‟estrema ecletticità, i
tratti salienti di uno stile centocinquantenario.
I caratteri distintivi dell‟arte barocca risultano ben definiti, soprattutto in musica, e rispondono
fulgidamente all‟esigenza di centralità che l‟uomo seicentesco, galileiano, laico, cittadino dei grandi
stati nazionali nascenti, avverte sempre più. Se le arti figurative devono attendere il secondo
settecento per emanciparsi dall‟egida del primato teologico, in musica già a partire dagli albori del
„600, quando i primi drammi in musica videro la luce, la poetica secolare comincia a rivelarsi in tutta
la sua essenza squisitamente terrena. Il contrasto tra polifonia sacra rinascimentale e monodia
barocca profana d‟ispirazione greca, ben illustra la richiesta d‟intelligibilità da parte di un homo novus
che desidera essere coinvolto, ammaliato, meravigliato, intrattenuto dalla musica.
Ed è proprio sullo stupore che l‟arte barocca punta. I contrasti tra luci ed ombre, fasto e sobrietà,
gioia e languore risultano un elemento fortemente umano, massima espressione dello spirito
dionisiaco. Ma se si ritiene che la visione centralistica della persona debba necessariamente portare
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