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Introduzione Introduzione Dipende sempre dalle strategie paese rispetto a valorizza- zione e rilancio dei nostri territori, la cui bellezza è spesso oggetto di molta retorica ma di pochissimi investimenti. L’Italia presenta un tessuto frammentato, non ha megalopo- li come altri paesi; forse unendo Milano, Bergamo, Brescia e Cremona si raggiunge una dimensione vicina a quella degli agglomerati urbani conosciuti nel mondo. Si potrebbe vedere come un unicum l’area padana ma per noi è un invece un va- lore la diversa identità, come la biodiversità. Il nostro territorio è frammentato e connotato da medi e piccoli centri, alcuni dei quali è vero però che rischiano lo spopolamento. La diffusione di infrastrutture di connettività non è peraltro sufficiente, ser- ve soprattutto qualità, per rendere indifferente per esempio la possibilità di realizzare video-conference dalle nostre case più o meno provinciali piuttosto che dal centro di Milano.   Il lavoro di Arera dei prossimi mesi terrà dunque conto di quanto sta succedendo. La rivisitazione rispetto a proces- si che potranno accelerare, in ambito energetico piuttosto che sulla mobilità elettrica, acquisirà nuovi contenuti. E si imporrà un paradigma diverso con cui ragionare. stiche precise, confinate nel tempo e nello spazio. Era chiaro fin dall’inizio che questa sarebbe stata una situazione con contorni imprevedibili nel tempo e nello spazio; questo co- stringe a pensare in modo diverso perché non sarà possibile tornare alle condizioni iniziali, di normalità, nel più breve tem- po possibile. Perché all’interno del sistema ci saranno sem- pre “stati eccitati”, per usare una terminologia protofisica, con situazioni che appaiono non immediatamente estreme ma che sono collocati certamente fuori dalla fisiologia a cui siamo abituati. È necessario quindi che tutti i capisaldi della regolazione fin qui adottati rimangano valori acquisiti (difesa del consumatore e del sistema, equità complessiva, neutra- lità tecnologica per esempio) ma al tempo stesso muoversi in uno stato di meta-emergenza. Si tratta di una riflessione abbiamo dunque condotto dall’inizio della crisi e che ha due elementi da considerare principalmente: il primo legato al monitoraggio, alla comprensione dell’effettivo stato di attiva- zione che si è determinato, cercando di coniugare tempismo dell’informazione e accuratezza anche ai fini della regolazio- ne; il secondo concentrato sulla selettività degli interventi, riuscendo per quanto possibile a utilizzare risorse in grado di incidere laddove vi sia più bisogno ed emergano reali ne- cessità. Per chiudere, di tante immagini che ho visto – alcune drammatiche che non dimenticheremo – una mi è rimasta impressa, che è quella delle ceste appese con la scritta “chi può lasci, chi ha bisogno prenda”. Che è un grande segnale di solidarietà, di civiltà e di coesione, che è forse l’elemento di cui abbiamo più bisogno in questa fase. Si tratta di un approccio che Arera ha avuto da subito. Du- rante le prime riunioni dei giorni di lockdown la mia sollecita- zione era di ragionare secondo criteri di “meta-emergenza”. Durante i dibattiti iniziali l’idea diffusa era che si trattasse di un evento catastrofico da equiparare per esempio a un ter- remoto; a cui siamo purtroppo abituati ma che ha caratteri- 20 CITY LIFE MAGAZINE N° 48 N° 48 CITY LIFE MAGAZINE 21