Introduzione
Introduzione
L’innovazione tecnologica, la ricerca, i modelli economici
dovrebbero rispondere a questo dato di fatto. La comunità
scientifica ha aperto un reale dibattito in questo senso o
sarà chiamata solo a rispondere a emergenze?
Che la comunità scientifica denunci l’insostenibilità del mo-
dus operandi odierno è un fatto, che sia inascoltata è ugual-
mente un fatto. Purtroppo quello che lei cita, innovazione
tecnologica, ricerca, modelli economici non puntano affatto
a migliorare la vita dell’uomo ma a sostenere gli indici eco-
nomici. E nemmeno ci riescono. E perché non ci riescono?
Perché poggiano su criteri insostenibili e completamente
sbagliati. Se la nostra finalità è aumentare la produzione per
aumentare il reddito come facciamo ad occuparci davvero
della qualità della vita dell’uomo e, più in generale, della vita
sul pianeta? Tutte le dichiarazioni e i buoni propositi in questo
senso sono strumentali e manipolatori; in realtà è un falso in-
tellettuale, una truffa sociale. Noi non siamo persone, siamo
utenti. Cosa le suggerisce questo?
Abbiamo lanciato un programma chiamato Smart Land
Italia con l’obiettivo di rimettere il focus sulla bellezza
dei nostri territori ma cercando di portare con concre-
tezza modelli di sviluppo ed economici all’attenzione di
amministratori e utility locali. Avrebbe senso in questo
contesto rivedere il modello di sanità a cui abbiamo por-
tato il paese dando strumenti adeguati ai territori per
rispondere non solo a emergenze ma offrendo – a con-
dizioni anche economiche sostenibili – servizi di qualità
per il benessere delle persone?
non l’energia, non l’aria non le materie prime ma neppure la
salute, la felicità, il benessere. Rivedere il modello di sanità
avrebbe senso sì, assolutamente, ma inevitabilmente metten-
do la redditività economica in secondo piano, o quanto meno
riducendone gli appetiti alle necessità di bilancio e investi-
mento, sempre in salute. Condizioni economiche sostenibili,
lei dice. Questo solleva una questione non da poco di coe-
sistenza tra sanità pubblica e privata, ma anche di redistri-
buzione delle risorse economiche del singolo che non può
essere costretto a pagare la pubblica e ricorrere al privato a
pagamento. Questo è un problema politico che travalica la
contingenza e si propone di affrontare il merito di un proble-
ma che, a ben vedere, coinvolge il concetto stesso di società
e di organizzazione sociale. Come medico, e come Presiden-
te dell’Istituto nazionale di Bioarchitettura di Milano, ho affron-
tato lo stesso problema nel libro scritto in collaborazione con
l’arch. Wallnofer “Benessere e sostenibilità nel recupero edili-
zio” in cui ci proponiamo di riaffermare i valori della bellezza e
del benessere e della sostenibilità nell’unico modo possibile:
rimettendo l’uomo al centro del progetto così come del suo
universo. La sanità deve fare la stessa cosa: solo rimetten-
do l’uomo al centro del suo progetto potrà coniugare effi-
cacemente i concetti di benessere e sostenibilità. Tuttavia,
per farlo bisogna pensare all’uomo, preoccuparsi per l’uomo,
centrare il focus sull’uomo. Siamo bravissimi ad analizzare e
risolvere i problemi e non dubito affatto che questo sia possi-
bile, basta semplicemente cambiare bersaglio, individuare un
diverso punto del problema, quello giusto.
La bellezza è un bene naturale che andrebbe non solo pro-
tetto ma soprattutto coltivato. Ma se non produce utile bensì
costi, non interessa a nessuno. Tutti parlano di bellezza ma
la bellezza è scomparsa dalle nostre attività, noi non produ-
ciamo bellezza neppure quando sosteniamo di venderla. Ci
riempiamo la bocca con questa parola e fingiamo di crederci
e di tendere ad essa ma non è vero, l’unica cosa cui tendiamo
è il profitto economico e ben al di là di un sacrosanto limite
morale. I modelli di sviluppo ed economici che tendessero a
riequilibrare la lecita produzione di reddito con la necessità
della sua redistribuzione, porterebbero alla soluzione di tutti
i problemi, o quasi, ma imporrebbero, altresì, la diffusione di
modelli di vita meno consumistici e più ragionevoli, perché
nulla su questo pianeta è una fonte inesauribile, non l’acqua,
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CITY LIFE MAGAZINE
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