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IN SIRIA ANCHE “L’ACQUA SICURA”
È ORMAI DIFFICILE DA REPERIRE
Azione contro la Fame, solo nell’ultimo anno è riusci-
ta a soccorrere oltre 2,9 miliardi di persone in Siria
Il conflitto ha generato una serie di bisogni
umanitari legati soprattutto all’acqua, ai ser-
vizi igienico-sanitari e più in generale all’i-
giene. Azione contro la fame ha ripristinato i
punti di accesso all’acqua installando impian-
ti idrici, servizi igienici e serbatoi.
La zona più colpita dall’emergenza acqua è la
Siria nord-orientale, circa il 27% delle famiglie
ha speso tra l’11% e il 20% del proprio reddito
per acquistare acqua dalle autocisterne.
“La guerra non è finita in Siria: nonostante
gli sforzi compiuti dalla comunità interna-
zionale per affrontare i grandi bisogni della
popolazione, sono ancora 13,1 milioni le per-
sone con esigenze di carattere umanitario.
Di queste, 5,6 milioni vivono una situazio-
ne molto grave a causa delle condizioni di
eccessiva vulnerabilità, dei continui sposta-
menti, delle ostilità e dell’impossibilità le-
gata all’accesso ai beni e ai servizi di prima
necessità”, sottolinea Simone Garroni, diret-
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tore generale di Azione contro la Fame.
Con un conflitto aperto che dura da quasi un
decennio, secondo le Nazioni Unite, sono
già 1,4 milioni i rimpatriati. Più in generale, il
flusso di movimenti interni in Siria, solo nel
mese di gennaio, ha riguardato mezzo milio-
ne di persone.
“Sono oltre sei milioni gli sfollati. Soddisfare
i loro bisogni essenziali e scommettere sul
loro rientro per ripristinare il funzionamento
dei servizi è il primo passo per aiutare a ri-
durre la violenza sul territorio e ottenere mi-
glioramenti duraturi”, aggiunge la responsa-
bile geografica della Siria di Azione contro la
Fame, Chiara Saccardi.
I bisogni umanitari legati all’acqua colpisco-
no ormai 15,5 miliardi di persone, a causa
dell’escalation del conflitto. La devastazione
causata dalla guerra comporta la distruzione
delle infrastrutture che permettono l’accesso
a questo bene primario. L’aumento degli spo-
stamenti interni inoltre aumenta la pressione
sulle fonti d’acqua già esistenti. Non solo, ma
l’inquinamento delle fonti idriche causate dal
deterioramento delle infrastrutture si riflette
inevitabilmente anche sulla salute della po-
polazione siriana stessa. Basti pensare che
nel nord-ovest del Paese, dove si trova la
maggior concentrazione dei campi, la con-
divisione dei servizi igienici all’interno delle
comunità non soddisfa gli standard umanitari
minimi. È molto frequente in questa zona che
uomini e donne condividano un’unica toilet-
te, esponendo quindi maggiormente le don-
ne a rischi legati alla salute personale.
L’inflazione, sommata ai tassi di cambio,
ha causato un sensibile rincaro del prezzo
dell’acqua. Alcune popolazioni sono arrivate
a spendere circa il 25% del reddito famigliare
per comprare acqua sicura dalle autocisterne.
Queste criticità vanno ad aggiungersi a un
dato evidenziato da un’indagine condotta da
Azione contro la Fame su un campione di
24.000 persone nel 2018:l’11% delle famiglie
siriane non ha accesso a tutti gli articoli di
igiene menzionati dalla ricerca.
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“Ero solita portare le taniche in testa e cam-
minare a lungo per portare l’acqua alla mia
famiglia”, afferma una donna di 52 anni del
distretto occidentale di Sabqa. “Nel 2017,
quando siamo rientrati a casa, l’abbiamo tro-
vata vuota, senza elettricità o acqua. Oggi di-
pendiamo dall’acquisto di acqua dalle autoci-
sterne, il rifornimento avviene ogni tre giorni
e costa circa 8.000 SYP (14 euro) al mese”.
A causa del numero elevato dei componenti
della famiglia e della mancanza di fonti di reddi-
to adeguate, i costi dell’acqua sono alti. “È sta-
to difficile gestire le spese perché lo stipendio
di mio marito non è sufficiente per soddisfare
le esigenze della famiglia, quindi limitiamo l’ac-
quisto di prodotti alimentari per risparmiare e
comprare, così, l’acqua dalle autocisterne”.
Proprio per questo Azione contro la Fame,
ha focalizzato i suoi interventi umanitari sulla
fornitura alla popolazione di acqua e di servi-
zi igienico-sanitari di base.
29 sono i progetti di approvvigionamen-
to idrico e servizi igienico-sanitari avviati
in sette provincie siriane, due progetti utili
per la riabilitazione e il miglioramento dei ri-
coveri e un’attività di formazione nella zona
rurale di Damasco.
Un esempio di questi interventi è la creazio-
ne di punti di accesso comunitari per l’ap-
provvigionamento idrico sicuro, come quello
realizzato nella città di Salim, nel sud del Pa-
ese. Qui l’infrastruttura pubblica non è suffi-
ciente a rifornire di acqua tutti gli abitanti. Per
questa ragione, sono stati installati pennelli
solari per fornire energia utile per attivare gli
impianti idraulici. In questo modo, molte per-
sone possono oggi disporre di acqua sicura
all’interno delle proprie abitazioni.
“Lavorare per facilitare l’accesso all’acqua, ai
servizi igienico-sanitari e all’igiene in Siria è
stato uno degli elementi principali delle no-
stre attività nel Paese, principalmente negli
interventi effettuati in presenza di situazioni
di emergenza”, ha aggiunto Simone Garro-
ni. “Tanto è stato fatto, inoltre, per ridurre al
minimo i rischi di malattie legate all’utilizzo
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di acqua non sicura, alla mancanza di servi-
zi igienico-sanitari e all’assenza di pratiche
igieniche di base”.
Durante questi anni, Azione contro la Fame si
è concentrata su una serie di attività volte al
recupero dei mezzi di sussistenza, alla ripara-
zione delle infrastrutture di base, alla fornitura
di assistenza sanitaria e nutrizionale e, infine, al
ripristino di servizi sostenibili e regolamentati.
Per l’organizzazione il ripristino delle reti
idriche distrutte deve essere, ora, una pri-
orità. È necessario un ulteriore contributo
per garantire che la distribuzione dell’acqua
non sia più effettuata attraverso l’opzione,
non sostenibile, delle autocisterne. È, inol-
tre, urgente affrontare il tema della “ricostru-
zione”, per offrire l’opportunità di un sosten-
tamento dignitoso e duraturo a un numero
sempre maggiore di persone sfollate e col-
pite dal conflitto.
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