Interviste
questo rappresenta il punto di partenza per poter porre in
essere un’evoluzione del nostro sistema.
Stiamo lavorando in modo efficace anche se con un metodo
differente. Grazie al web siamo in grado di agire per suppor-
tare l’erogazione dei servizi pubblici di pubblica utilità e quin-
di di ridurre i disagi alla popolazione e alle strutture in prima
linea nell’emergenza. Abbiamo apprezzato la riscoperta del
lato positivo del web, della forza di questo strumento utiliz-
zato quotidianamente che ci consente di dematerializzare la
nostra presenza fisica in moltissime attività e di dare a chi è
obbligato ad agire sul campo un adeguato supporto organiz-
zativo e logistico fondamentale.
Alla riscoperta del web
come strumento
di valore
La tempesta che stiamo
affrontando ci permette
di osservare la velocità di
adattamento e risposta
delle utility, abbiamo
intervistato Stefano
Cagnoli, presidente
del Comitato Italiano
Gas che ci ha spiegato
le potenzialità di un
periodo complesso come
quello che ci troviamo ad
affrontare in questi giorni
di Emanuele Martinelli
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Come l’innovazione può aiutarci a rendere efficaci i servizi
di pubblica utilità rispetto a momenti critici come quello
che ci troviamo a vivere?
La riscoperta del lato buono del web in questi giorni ci ha
permesso di lavorare e di essere operativi ad alto livello. In-
ternet, soprattutto negli ultimi anni, è stato oggetto di nume-
rose critiche mosse da coloro che lo dipingono come uno
strumento capace di generare i peggiori sentimenti. In realtà,
quello che stiamo vivendo oggi ci riporta all’origine del web
stesso. Si tratta di un salto importante dal punto di vista cul-
turale che siamo stati chiamati a compiere in questo preci-
so momento storico ma che resterà per sempre. Utilizzare il
web nell’attuale situazione di isolamento come strumento per
mantenere vivi i servizi essenziali (ma anche per continuare
a coltivare i rapporti umani) è accadimento davvero straor-
dinario. Un accadimento che dovrà rimanere come bagaglio
culturale frutto di questi giorni complessi.
Sviluppare questi strumenti ci aiuterà a migliorare anche la
qualità del lavoro, la responsabilizzazione del singolo che,
prestando la propria attività lavorativa da remoto, deve ri-
spondere in termini di risultato e non di tempo. A mio avviso
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Spesso abbiamo cercato di ragionare sul tema smart city
dal punto di vista dell’evoluzione tecnologica e spesso, in
questo questo ragionare, si è caduti in una sorta di “tec-
nocrazia”. Oggi invece ci stiamo rendendo conto che le
città senza i cittadini per le strade sono un non luogo an-
che se ipertecnologico. Ecco che allora il Sistema dei Ser-
vizi che servirà la Città del domani dovrà avere al centro
la PERSONA e non la tecnologia: questa si dovrà adat-
tare alle necessità dell’Uomo e non viceversa. In questo
la riscoperta del “lato buono” perché utile alle necessità
Umane fondamentali del web insegna molto.
Molti strumenti tecnologici utili a supportare l’evoluzione dei
servizi già esistono ma si scontrano a volte con una sorta di
pregiudizio nel loro uso a volte giustificato da una naturale
resistenza al cambiamento. La situazione attuale, invece, ci
costringe forzatamente a cambiare abitudini e a gestire tutto
quanto è possibile “da remoto”, senza una presenza fisica, una
situazione nuova uno stato che potremmo definire “di guerra”
da cui però imparare e fare esperienza: trasformare il proble-
ma in opportunità. Questo cambio di abitudini verrà senz’al-
tro, o almeno si spera, trasferito anche nel post emergenza
aprendo scenari del tutto innovativi sia nel modo di rapportar-
si con gli atri sia nel modo di lavorare. Fino ad oggi, abbiamo
operato poco tramite web, ora invece siamo improvvisamente
costretti a cambiare atteggiamento. Chiunque di noi si trovava
in precedenza a gestire “fisicamente” alcune attività ha ora
compreso che per tali attività si possono utilizzare una serie di
servizi, migliori e già attivi, attraverso il web e questo va di pari
passo con una necessario aumento del senso di responsabi-
lità del singolo e delle metodologie di misura della bontà del
lavoro da parte delle imprese e delle aziende. Io sono convin-
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