Interviste
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to che si stia vivendo, da questo punto di vista, un importante
passaggio culturale e che questo sta avvenendo in modo ac-
celerato a causa della situazione di necessità.
La pratica di prestare attività lavorativa dalla propria abita-
zione è sempre stata vista con diffidenza e pregiudizio, oggi
invece siamo chiamati a comprendere che la gestione delle
attività senza presenza fisica è possibile e si impone come
aspetto fondamentale per una società resiliente.
Come si può rendere più dinamico il rapporto tra la pubbli-
ca amministrazione, le utility e i cittadini?
La situazione attuale potrebbe rappresentare una buona oc-
casione per attenuare le rigidità della burocrazia.
Vorrei fare un esempio. Una qualunque struttura, in base al
modo in cui si decide di costruirla, può essere isostatica o
iperstatica. Una mensola incastrata in un muro è un esempio
di struttura iperstatica, l’incastro sorregge tutto in maniera ri-
gida e soffre i “cambiamenti”: se crolla l’incastro la mensola
cede immediatamente. La copertura della Stazione Centrale
a Milano è invece un esempio di struttura isostatica in cui
è la forma che sorregge la struttura attraverso vincoli stati-
ci, chiamate cerniere, che la rendono in grado di adattarsi
alle deformazioni ad esempio causate dalla temperatura. La
mensola è come se rappresentasse la burocrazia oggi men-
tre noi, al pari di una struttura isostatica, dobbiamo essere
capaci di adattarci alle innumerevoli e a volte imprevedibili
varianti della vita.
Ecco allora la sfida: rendere le strutture di servizio al cittadi-
no, tra cui la burocrazia è di solito il paradigma negativo, da
strutture iperstatiche a strutture isostatiche ovvero capaci di
adattarsi alle necessità delle persone.
La speranza è dunque quella di poter rivedere, grazie que-
sta criticità, i modelli sociali ed economici non solo in am-
bito nazionale ma anche Europeo?
In tutti i momenti storici caratterizzati da una grande rivolu-
zione, come durante le guerre o le grandi epidemie, l’uma-
nità compie, combattendo il dramma, un salto evolutivo che
la rafforza e questo dobbiamo augurarci stia accadendo an-
che ora. Tutti ci auguriamo ovviamente che questa situazio-
ne perduri il minor tempo possibile ma più si allungheranno
i tempi più saremo costretti a rendere “quotidiano” il nuovo
modo di vivere che in questi giorni stiamo sperimentando. Vi
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sarà dunque un’evoluzione a seguito della crisi e starà a noi il
compito di non disperderne il lato positivo così faticosamente
guadagnato e saperlo coltivare nei suoi frutti positivi.
Un esempio eclatante arriva dalla scuola, caratterizzata in
Italia normalmente da un’impostazione molto tradizionale po-
tremmo dire “iperstatica”, da sempre in difficoltà ad adattarsi
ai cambiamenti temporali in tempi rapidi. Ebbene nel giro di
pochi giorni è riuscita a dar vita ad un passaggio incredibile,
rendendo accessibile la didattica online per un numero altis-
simo di studenti a tutti i livelli adattandosi alla situazione di
emergenza e trasformandosi in chiave “isostatica”. Questo è
stato reso possibile proprio grazie alle capacità di adattamen-
to di Docenti e Studenti che hanno reagito positivamente alla
crisi di fatto combattendola. Questa è la regola che dovrebbe
governare la nostra società e questa è l’eredità che ci verrà
lasciata al risolversi dell’attuale situazione.
Servizi come l’IoT, e altri possono diventare ora fondamentali?
Penso che l’IoT avrà un futuro se diventerà mezzo per realiz-
zare l’Internet delle Persone (Internet of People :IoP)
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