Interviste
Interviste
deve tenere aggiornate ) le linee guida sulla protezione cato-
dica e questo non va dimenticato. Gli ambiti su cui ci siamo
consolidati vanno continuamente coltivati e rinnovati.
La vera sfida è rappresentata dal non dover attendere che suc-
ceda qualcosa ma pensare alla prevenzione già in fase di pro-
gettazione. La prevenzione è un obbligo morale, bisogna diffon-
dere questa cultura che è trasversale ed è nata dalla necessità
di dover gestire una risorsa complicata come quella del gas.
L’obiettivo è quello di riuscire ad alzare ulteriormente il livello
di attenzione, consolidando e migliorando i sistemi di controllo.
Parliamo di dati e di informazioni derivanti dalla rete. Ave-
re un buon livello di comunicazione e di informazioni dalla
rete può diventare un fattore determinante?
Il tema della comunicazione è fondamentale, mi riferisco alla
comunicazione intesa come lo strumento per ottenere le
necessarie informazioni dagli asset. Si tratta di un tema tra-
sversale che ha implicazioni di sicurezza, di conoscenza ri-
spetto a ciò che sta succedendo sulla rete ma anche di tipo
commerciale. Si perché ogni rete “parla” e per noi è fonda-
mentale ascoltarla e con la stessa comunicare. In tal senso
conta in primo luogo acquisire la consapevolezza di doverla
proteggere, unita alla necessità di avere una corretta comu-
nicazione dei dati, quest’ultima finalizzata a comprendere se
e come la stiamo realmente proteggendo per studiarne l’e-
voluzione e aumentarne il livello di sicurezza. Tutto ciò che
la rete segnala va colto e “immagazzinato” e vanno prese di
conseguenza le decisioni opportune. Ciò vale naturalmente
anche per gli aspetti, oggi imprescindibili, legati all’efficienza.
Grazie a una corretta comunicazione dei dati è possibile co-
noscere le caratteristiche fondamentali della nostra rete e del
suo funzionamento compresi eventuali situazioni di sprechi e
inefficienze che, naturalmente, vanno a incidere sull’aspetto
economico. Basti pensare all’inutilità di proteggere o a so-
vraproteggere alcune reti o strutture quando questo potreb-
be risultare non solo superfluo ma anche controproducente.
Protezione, sicurezza, ottimizzazione sono dunque le leve
principali della nostra attività orientata alla cultura della pre-
venzione.
Non c’è il rischio di avere una sovrabbondanza di informazio-
ni con il timore che quelle fondamentali vengano trascurate?
Questo è un bel tema, noi ce ne accorgiamo perché negli
ultimi anni sono stati prodotti dati in modo crescente ed espo-
nenziale e ci troviamo costantemente a ragionare sul fatto
che ci debba essere una trade off tra numerosità e qualità
del dato. Nel momento in cui arrivano tanti dati c’è molto più
sforzo nel doverli gestire e soprattutto per individuare quelli
che effettivamente servono, c’è un grave rischio di prendere
degli abbagli, il classico caso del falso positivo e quindi dell’in-
formazione che mette in allerta inutilmente diventando solo
un’informazione che distoglie energie ad altro. Il dato che arri-
va deve essere già filtrato, utile e pronto per essere utilizzato.
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