Approfondimenti
Approfondimenti
nuove norme e regole che
non sempre hanno brilla-
to per organicità ed effica-
cia, ma che hanno portato
nell’ultimo decennio ad in-
vestimenti ingenti sul setto-
re elettrico, tanto più se raf-
frontati con una domanda
che iniziava ad infiacchirsi,
fino a contrarsi in una di-
mensione mai vista prima.
Il gap di inizio secolo è stato
in grande parte colmato con
nuove centrali a cicli combi-
nati a gas naturale, caratte-
rizzate da un basso costo
unitario di investimento, di-
mensioni contenute e ridotti
tempi di realizzazione. Men-
tre i grandi impianti a carbo-
ne, per gli alti costi di inve-
stimento ed ambientali, pur
con vari tentativi, non hanno
portato a nuovi investimenti,
fatta eccezione per la rinno-
vata Tor Valdaliga.
Alle nuove centrali alimen-
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tate con gas naturale si
sono progressivamente af-
fiancati i nuovi impianti ali-
mentati da fonti rinnovabili,
in particolare eolico e ancor
di più fotovoltaico, cresciu-
ti in maniera considerevole
in coerenza con una po-
litica fortemente voluta in
sede europea a partire dal
1999, che ha avuto in Italia
esiti ben maggiori rispetto
a quanto atteso grazie ai di-
versi sistemi d’incentivazio-
ne che ne hanno sostenuto
lo sviluppo.
Almeno per quanto riguarda
l’energia elettrica, dunque,
in un tempo relativamente
breve si è passati da una
situazione di deficit ad una
di forte surplus di capacità
a partire dal 2013, anche
a causa di una recessione
economica senza prece-
denti in tempo di pace.
Eppure, proprio a partire dal
CITY LIFE MAGAZINE
N° 42
2013, in inverno, a seguito
di eventi estremi, si sono
registrate situazioni di grave
disservizio a Cortina d’Am-
pezzo, e ancora, nel 2015, in
Emilia Romagna e Lombar-
dia e in Abruzzo, d’inverno e
ancor più diffusamente in un
caldissimo mese di luglio.
Le interruzioni di questa
estate assomigliano molto
a quelle di quattro anni fa:
temperature molto alte, cit-
tà ancora affollate, diffuso
ricorso all’aria condiziona-
ta e reti di distribuzione in
crisi. Più che un problema
di mancanza di potenza, e
dunque di sufficiente ca-
pacità di generazione le
difficoltà hanno interessato
il trasporto dell’energia. Le
reti elettriche, infatti, con
temperature parecchio al
sopra o al di sotto della nor-
ma e in presenza di eventi
estremi (come certamente
ben ricordano gli Abruzzesi)
mostrano limiti di realizza-
zione oltre a certificare che
qualcosa sta cambiando.
Le condizioni atmosferiche
sono diventate molto più
impattanti che nel recente
passato, nel 2018, soltanto
sul nostro Paese, sono ca-
duti oltre tre milioni di fulmi-
ni, un numero mai contato
negli ultimi 50 anni, a cui si
sono aggiunti finora incon-
sueti uragani.
In città, poi, è noto il fenome-
no delle isole di calore, un
microclima più caldo all’in-
terno delle aree urbane,
rispetto alle limitrofe zone
N° 42
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periferiche e rurali, determi-
nato da una serie di concau-
se – cementificazione, scar-
sità di aree verdi, emissioni
di autoveicoli e non, da ulti-
mo, proprio il ricorso all’aria
condizionata il ricorso l’aria
condizionata. Raffrescare gli
edifici, infatti, contribuisce
di per sé – e indipendente-
mente da come sia prodotta
l’energia elettrica – a pro-
durre calore all’esterno.
Fare a meno dell’aria con-
dizionata non è semplice
né banale, del resto il raf-
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