City Life Magazine 41 | Page 24

24 CITY LIFE MAGAZINE N.41 mente localizzati nei parcheggi di scambio con il trasporto pubblico locale o presso gli uffici pubblici). Rispetto alle tecnologie i pun- ti di ricarica possono essere catalogati come lenti o veloci. L’attuale stima dei punti di ricarica globale si attesta intorno a 1,1 punti per auto elettrica circolante. Tale valore – corroborato dalle evi- denze statistiche di territori caratterizzati da buoni tassi di penetrazione dell’auto elettrica come il Nord europea e gli USA – indica che la stragrande parte dei possessori di auto elet- trica ha un punto di ricarica installato pres- so la propria abitazione, cui vanno aggiunti i punti di ricarica collettivi privati. Nelle aree più densamente popolate tale indicatore scen- de di alcuni punti (attestandosi intorno a 0,8 in Cina e Giappone) a causa della maggiore presenza di punti di ricarica pubblici. In base a queste stime, si può affermare che i punti di ricarica privati nel mondo siano or- mai più di 3 milioni, cui devono aggiungersi i punti di ricarica delle infrastrutture pubbli- che, superiori alle 320 mila per le ricariche lente e alle 110 mila per le ricariche veloci. Non pochi, ma neanche tantissimi e sicura- mente indispensabili perché auto e veicoli elettrici possano diffondersi ed essere ricari- cati in tutta sicurezza. A tal proposito, ha fatto notizia l’indagine condotta nel Regno Unito da Electrical Sa- fety First, un’associazione che lavora con industria elettrica, amministrazioni locale e governo per ridurre le morti e gli infortuni causati da incidenti elettrici. Tanti sarebbero coloro che ovviano al problema della ricarica della propria automobile collegando il moto- re direttamente ad una presa di casa, senza ricorrere ad una apposita infrastruttura di ri- carica domestica, e magari con una ingar- bugliata rete di prolunghe. Questo perché la vendita di auto elettriche pare crescere più rapidamente dell’istallazione delle infrastrut- ture di ricarica pubbliche. Ovviamente cavi elettrici che pendono dalle finestre invaden- do i marciapiedi non possono rappresentare una soluzione per il futuro né nel Regno Uni- to né altrove. In questa fase, dunque, in attesa di soluzioni ottimali, continuano a svilupparsi (o a ten- tare di) quelle parziali: dalle infrastrutture di ricarica mobili (che dal 2020 vedrebbe impe- gnata addirittura il Gruppo Volkswagen) alle sperimentazioni che riguardano i lampioni. Su quest’ultimo ambito, su cui pure c’è mol- to fermento da Nord a Sud del nostro Pae- se, citiamo il caso di Verona, dove l’Agsm ha avviato la sperimentazione di una nuova ge- nerazione di “pali smart” cablati in fibra otti- ca che, oltre ad illuminare in modo efficiente con luce led, contengono al loro interno una presa di ricarica da 22 kW per vetture elettri- che, un’antenna wifi, una telecamera ad alta definizione per il controllo urbano in tempo reale e per la gestione dei parcheggi. A cui seguirà il monitoraggio ambientale, il tele- controllo delle infrastrutture, il monitoraggio della raccolta dei rifiuti, l’erogazione di servi- zi istituzionali e/o commerciali. L’ambizione è esportare il modello in altre città italiane. A nostro modesto avviso ben vengano que- ste soluzioni, tuttavia perché le auto elettri- che si diffondano in maniera significativa è necessario che si lavori, come del resto si sta facendo, per ridurre i lunghi o lunghis- simi tempi di ricarica riducendo il rilevante gap rispetto ai carburanti liquidi e gassosi. Cambiare le abitudini, del resto, può esse- re un limite molto superiore di un maggior prezzo.