GREEN FASHION LAB
Ormai anche la moda sempre più si fa spazio all’interno della
settimana del design a Milano. Numerosi brand hanno realiz-
zato istallazioni in favore della sostenibilità, come Timberland
– di cui abbiamo parlato in “Emergenza plastica” – ma anche
brand dell’alta moda non si sono tirati indietro per affrontare
questa tematica. Sempre più griffe italiane si avvicinano all’idea
di dover realizzare i propri prodotti nel Belpaese e utilizzare ma-
teriali sempre meno inquinanti. La moda, allo stesso tempo, si
sta evolvendo e rivoluzionando grazie alla scoperta di nuovi e
tecnologici tessuti. Un esempio è stato dato con l’istallazione
BraIN TAIWAN esposta tra il Portico Richini e il Portico San
Nazaro dell’Università Statale di Milano. Otto aree progetto re-
alizzate da The Meet Lab per raccontare le innovazioni della
manifattura tessile taiwanese. Le opere sono state create con
tessuti ed elementi di quindici aziende taiwanesi. Tra questi,
tessuti in grafene, il materiale più sottile conosciuto al mondo,
idratanti a base di collagene ricavato dagli scarti della lavora-
zione del pesce con proprietà di spezzare le molecole dell’o-
dore, AirySektor, membrana ultraleggera applicabile a qualsiasi
tipo di fibra, una rivoluzione di tessuti impermeabili, traspiranti
e atossici e, infine, i prodotti riflettenti se illuminati da un flash.
Il brand di abbigliamento per uomo, donna, bambino, Cos, si
è ispirato al design e, in collaborazione con l’architetto Arthur
Mamou-Mani, ha realizzato Conifera . Un’istallazione quasi flut-
tuante all’interno del giardino di Palazzo Isimbardi che ha unito
un antico e storico edificio milanese del XVI secolo alla tecnologia
del XXI secolo. Si parla di tecnologia perché quest’opera, ispirata
alla pianta da cui ha preso nome, è stata realizzata con stampanti
3D che hanno realizzato mattoncini in bio-plastica composta da
aceto, glicerina e mais alternati, poi, da quelli in legno di conifera.
Inoltre tutto è stato studiato per essere riutilizzato, per esempio la
base era composta da iuta. Tutta l’opera è stata realizzata con la
stampa di quattro macchinari 3D (progettati in Italia, alti 3 metri)
che si trovano a Milano, Macerata, Venezia e Londra. Un’opera
che ha parlato di innovazione democratica e che tutti i visitatori
hanno potuto studiare e osservare.