City Life Magazine 40 | Page 54

GREEN FASHION LAB Ormai anche la moda sempre più si fa spazio all’interno della settimana del design a Milano. Numerosi brand hanno realiz- zato istallazioni in favore della sostenibilità, come Timberland – di cui abbiamo parlato in “Emergenza plastica” – ma anche brand dell’alta moda non si sono tirati indietro per affrontare questa tematica. Sempre più griffe italiane si avvicinano all’idea di dover realizzare i propri prodotti nel Belpaese e utilizzare ma- teriali sempre meno inquinanti. La moda, allo stesso tempo, si sta evolvendo e rivoluzionando grazie alla scoperta di nuovi e tecnologici tessuti. Un esempio è stato dato con l’istallazione BraIN TAIWAN esposta tra il Portico Richini e il Portico San Nazaro dell’Università Statale di Milano. Otto aree progetto re- alizzate da The Meet Lab per raccontare le innovazioni della manifattura tessile taiwanese. Le opere sono state create con tessuti ed elementi di quindici aziende taiwanesi. Tra questi, tessuti in grafene, il materiale più sottile conosciuto al mondo, idratanti a base di collagene ricavato dagli scarti della lavora- zione del pesce con proprietà di spezzare le molecole dell’o- dore, AirySektor, membrana ultraleggera applicabile a qualsiasi tipo di fibra, una rivoluzione di tessuti impermeabili, traspiranti e atossici e, infine, i prodotti riflettenti se illuminati da un flash. Il brand di abbigliamento per uomo, donna, bambino, Cos, si è ispirato al design e, in collaborazione con l’architetto Arthur Mamou-Mani, ha realizzato Conifera . Un’istallazione quasi flut- tuante all’interno del giardino di Palazzo Isimbardi che ha unito un antico e storico edificio milanese del XVI secolo alla tecnologia del XXI secolo. Si parla di tecnologia perché quest’opera, ispirata alla pianta da cui ha preso nome, è stata realizzata con stampanti 3D che hanno realizzato mattoncini in bio-plastica composta da aceto, glicerina e mais alternati, poi, da quelli in legno di conifera. Inoltre tutto è stato studiato per essere riutilizzato, per esempio la base era composta da iuta. Tutta l’opera è stata realizzata con la stampa di quattro macchinari 3D (progettati in Italia, alti 3 metri) che si trovano a Milano, Macerata, Venezia e Londra. Un’opera che ha parlato di innovazione democratica e che tutti i visitatori hanno potuto studiare e osservare.