City Life Magazine 38 | Page 50

50 CITY LIFE MAGAZINE N.38 Blockchain ed energia Grazie alle peculiarità del sistema (decentralizzato, distribuito e pubblico), anche per il settore energetico si aprono prospettive di trasformazione importanti. Con gli smart contract infatti sono possibili transazioni bilaterali in tempo reale, eliminando le inefficienze dell’intermediario. L’effetto può essere davvero dirompente: in questo scenario in evoluzione, utility e startup investono sempre di più non solo in tecnologie per produrre, ma anche per gestire la nuova energia prodotta in maniera distribuita. «La blockchain è uno strumento ottimale per un settore che sta già addentrandosi in un processo di decentramento – afferma Carlo Capè, amministratore delegato di Bip, Business Integration Partners –. Diversi operatori hanno avviato sperimentazioni che sono ancora ben lontane dall’industrializzazione: c’è un problema di standardizzazione, che si risolverà con l’adeguamento al sistema che si rivelerà più efficiente, e un grosso nodo di scalabilità che deriva principalmente dall’assenza di una stabilità dei costi che complica la previsione d’investimento». Un sondaggio di Bip evidenzia che il 75% degli intervistati (una cinquantina di aziende del comparto) è convinto che nei prossimi due anni la blockchain avrà un impatto significativo. Ma a frenare l’adozione di massa sono proprio la mancanza di uno standard di riferimento (30%), la scalabilità tecnologica (20%) e l’assenza di regole (10%). Come già in altri settori, la tecnologia fatica infatti a concretizzare le sue promesse in applicazioni effettive, tanto più in un comparto che rimane condizionato dalle regole che, a oggi, impediscono al singolo di vendere direttamente la propria energia. Ma non potrà essere così per sempre. La blockchain rappresenta una soluzione per semplificare la vita ai prosumer, ma allo stesso tempo permetterebbe alle utility di anticipare i tempi e di non perdere le opportunità di un mercato che potrebbe essere rivoluzionato da una logica di disintermediazione totale. «Le utility non hanno scelta ¬– continua Capè – possono rallentare il processo regolamentare frenando l’apertura del mercato oppure partire all’offensiva anticipando i concorrenti con soluzioni innovative per il mondo dei servizi a valore aggiunto. I tempi di applicazione della tecnologia sono ancora lunghi, ma ci sono potenzialità di cui prosumer e consumer avranno ritorni economici, mentre le utility potranno sfruttare le occasioni che si aprono, soprattutto in termini di servizi a valore aggiunto, che saranno abilitati dalla tecnologia per lo scambio di energia peer- to-peer». Intanto si sperimentano modelli di fatturazione e pagamento incentrato su contatori intelligenti e smart contract, così come sistemi automatici di ricarica per la mobilità elettrica.