SMART CITY E SMART LAND
precipitazioni intense, che mostrano trend in
progressivo aumento (nel 2100 si stima che
potranno essere ben 15 volte più frequenti
di oggi).
Il prolungato periodo di siccità del 2017 ha
colpito due terzi dell’Italia, spingendo undici
Regioni verso la dichiarazione dello stato di
calamità. È stata registrata una riduzione di
acqua disponibile di circa 20 miliardi di m³
pari alla capienza dell’intero lago di Como.
All’opposto va ugualmente ricordato che i
danni procurati da alluvioni ed eventi mete-
reologici estremi hanno causato incalcolabili
danni oltre alla perdita di vite umane.
Il nostro modello di utilizzo è impostato
sull’abbondanza di acqua: un modello inten-
sivo di sfruttamento che ci trova vulnerabili,
soprattutto al centro-sud Italia. Il Nord Italia
può contare sulla quasi totalità del prelievo
da acque di falda (90%), mentre il Sud di-
pende da un 15% ad un 25% dalle acque
accumulate negli invasi. Inoltre, poiché molti
degli invasi sono destinati ad usi plurimi, la
scarsa piovosità mette in competizione tra
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loro diversi tipi di domanda, per usi potabili
e non potabili.
Recuperiamo poca acqua piovana (11%) e
ne riutilizziamo ancor meno, così come per
le nostre acque grigie; sprechiamo molto
dell’acqua prelevata dai corpi idrici (23%);
riutilizziamo solo l’1% dell’acqua depurata;
nelle nostre città mandiamo l’acqua piovana
ai depuratori; investiamo solo un importo di
poco più di 30€ pro-capite in infrastrutture
idriche (che in alcune gestioni di carattere
non industriale possono addirittura ridursi
ad un terzo) contro i 100€ della media eu-
ropea.
Tre gli obiettivi principali emersi durante la
presentazione del Patto per l’Acqua.
1. Risparmio
Le cifre della dispersione idrica sono impres-
sionanti: va perso circa il 41,4% dell’acqua
immessa giornalmente nelle reti di distri-
buzione a causa dell’insufficienza degli in-
terventi manutentivi su infrastrutture. Con-
sumiamo in media 220 litri d’acqua per