City Life Magazine 38 | Page 26

26 CITY LIFE MAGAZINE N.38 Ma come si affrontano le nuove proble- matiche dell’Antropocene? E quali esempi virtuosi possiamo seguire per fronteggiare le nuove sfide che pone? Ci viene in aiuto un’altra sezione del sito dal nome “viable future” che riporta esperienze attuate nel mondo del “buon Antropocene”. Semi di pratiche virtuose realizzate ovunque, che possono crescere e connettersi tra loro per generare miglioramenti dal punto di vi- sta sociale ed ecologico. Alcuni esempi? Il programma di riciclaggio attuato dagli stu- denti della città di Marikina nelle Filippine, con il quale si offrono alle famiglie punti ot- tenuti conferendo rifiuti riciclabili spendibili in negozi mobili di cibo e cartoleria. Attivo dal 2004, nei primi 3 anni di realizzazione ha permesso di riciclare 1.000 tonnellate di rifiuti in un area dove la predisposizione al riciclo è davvero bassa, quasi dimezzando i costi di smaltimento. O la nuova citta di Ya- chan City in Ecuador, posizionata a 120 km dalla capitale nell’area rurale degli altopiani dove in passato sorgeva una piantagione di canna da zucchero e una raffineria. È un luogo di sperimentazione, innovazione e apprendimento per il passaggio diretto da un economia di tipo rurale a una tecnologi- ca. O ancora l’esempio di Melbourne in Au- stralia, che sta realizzando la sua transizio- ne energetica verso le rinnovabili riunendo le maggiori istituzioni della città in un grup- po di acquisto che si impegna ad compera- re 110 GWh di energia rinnovabile da nuovi impianti. Un modello d’investimento che permette di andare oltre le minori capacità di ogni singola istituzione, garantendo tra l’altro un mercato a lungo termine stabile e più adatto allo sviluppo di un progetto su larga scala. Semi di sviluppo virtuosi quindi, sui qua- li è possibile lavorare in piccoli come in grandi contesti, per produrre cambiamen- ti pensati tramite iniziative replicabili al- trove. Magari muovendosi su quei “punti di leva” descritti dalla famosa scienziata ambientale americana Donella Meadows, madre del pioneristico testo The Limits of the Grouth, che ha aperto sin dal 1972 un dibattito attivo ancora oggi sui limi- ti della capacità della Terra di sostenere l’espansione economica umana. Punti di leva da lei descritti come lista d’interventi più efficaci in un sistema di qualsiasi tipo, compreso appunto quello Terrestre da lei tanto analizzato in maniera visionaria, ma anche quello urbano, che se individuati e abilmente interpretati permettono parten- do da piccoli cambiamenti di ottenerne di grandi risultati in qualsiasi ambito, proprio come fa uno strumento a leva. Uno sguar- do all’articolo della Meadows “Leverage Points: Places to intervene in a system” pubblicato nel 1999, facilmente rintraccia- bile in rete anche italiano (anche se con traduzioni non eccezionali), non fornisce una formula garantita per trovare punti di leva, ma aiuta sicuramente a pensare in maniera più ampia ed efficace al modo in cui cambiare un sistema, un quartiere, una città, la Terra o l’intera economia, qualun- que sia il suo ordine di grandezza.