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CITY LIFE MAGAZINE N.38
Ma come si affrontano le nuove proble-
matiche dell’Antropocene? E quali esempi
virtuosi possiamo seguire per fronteggiare
le nuove sfide che pone? Ci viene in aiuto
un’altra sezione del sito dal nome “viable
future” che riporta esperienze attuate nel
mondo del “buon Antropocene”. Semi di
pratiche virtuose realizzate ovunque, che
possono crescere e connettersi tra loro
per generare miglioramenti dal punto di vi-
sta sociale ed ecologico. Alcuni esempi? Il
programma di riciclaggio attuato dagli stu-
denti della città di Marikina nelle Filippine,
con il quale si offrono alle famiglie punti ot-
tenuti conferendo rifiuti riciclabili spendibili
in negozi mobili di cibo e cartoleria. Attivo
dal 2004, nei primi 3 anni di realizzazione
ha permesso di riciclare 1.000 tonnellate di
rifiuti in un area dove la predisposizione al
riciclo è davvero bassa, quasi dimezzando i
costi di smaltimento. O la nuova citta di Ya-
chan City in Ecuador, posizionata a 120 km
dalla capitale nell’area rurale degli altopiani
dove in passato sorgeva una piantagione
di canna da zucchero e una raffineria. È un
luogo di sperimentazione, innovazione e
apprendimento per il passaggio diretto da
un economia di tipo rurale a una tecnologi-
ca. O ancora l’esempio di Melbourne in Au-
stralia, che sta realizzando la sua transizio-
ne energetica verso le rinnovabili riunendo
le maggiori istituzioni della città in un grup-
po di acquisto che si impegna ad compera-
re 110 GWh di energia rinnovabile da nuovi
impianti. Un modello d’investimento che
permette di andare oltre le minori capacità
di ogni singola istituzione, garantendo tra
l’altro un mercato a lungo termine stabile
e più adatto allo sviluppo di un progetto su
larga scala.
Semi di sviluppo virtuosi quindi, sui qua-
li è possibile lavorare in piccoli come in
grandi contesti, per produrre cambiamen-
ti pensati tramite iniziative replicabili al-
trove. Magari muovendosi su quei “punti
di leva” descritti dalla famosa scienziata
ambientale americana Donella Meadows,
madre del pioneristico testo The Limits of
the Grouth, che ha aperto sin dal 1972
un dibattito attivo ancora oggi sui limi-
ti della capacità della Terra di sostenere
l’espansione economica umana. Punti di
leva da lei descritti come lista d’interventi
più efficaci in un sistema di qualsiasi tipo,
compreso appunto quello Terrestre da lei
tanto analizzato in maniera visionaria, ma
anche quello urbano, che se individuati e
abilmente interpretati permettono parten-
do da piccoli cambiamenti di ottenerne di
grandi risultati in qualsiasi ambito, proprio
come fa uno strumento a leva. Uno sguar-
do all’articolo della Meadows “Leverage
Points: Places to intervene in a system”
pubblicato nel 1999, facilmente rintraccia-
bile in rete anche italiano (anche se con
traduzioni non eccezionali), non fornisce
una formula garantita per trovare punti di
leva, ma aiuta sicuramente a pensare in
maniera più ampia ed efficace al modo in
cui cambiare un sistema, un quartiere, una
città, la Terra o l’intera economia, qualun-
que sia il suo ordine di grandezza.