City Life Magazine 37 | Page 13

SMART CITY E SMART LAND Ecosistema Urbano, l’annuale rapporto di Le- gambiente, giunto alla sua venticinquesima edizione, realizzato con il contributo scienti- fico di Ambiente Italia e con un contributo di Ispra per quanto riguarda i corpi idrici. Quella urbana è una grande questione na- zionale. E non si può lasciare solo alla ca- pacità e alla buona volontà di questo o quel sindaco la scelta se affrontare o meno – e con efficacia – criticità, inefficienze, emer- genze. Dalle amministrazioni locali si deve certamente pretendere molto più coraggio, molta più discontinuità e capacità di innova- zione, ma nello stesso tempo è il Paese che deve fare un investimento politico ed econo- mico e mettere tra le priorità di governo un piano per traghettare le città, tutte insieme e non una alla volta, al di là delle secche. «Serve un governo delle città a livello nazio- nale – sottolinea Stefano Ciafani, presidente di Legambiente –. Non bisogna rispolverare il ministero delle Aree urbane di 30 anni fa, quanto piuttosto una politica governativa tra- sversale sulla riconversione ecologica delle città che guidi in modo sinergico le azioni dei vari dicasteri a vario titolo coinvolti: dall’Am- biente alle Infrastrutture, dalla Salute ai Tra- sporti, fino ad arrivare allo Sviluppo econo- mico. Su alcuni fronti le politiche ambientali nelle nostre città migliorano anche in modo inaspettato, come nel caso dei rifiuti e dell’e- conomia circolare, su altri, ancora troppi, c’è molto da lavorare. Spesso è stata l’Europa a costringerci a darci da fare e a spingerci ver- so buone politiche ambientali. Se Milano ha inaugurato il suo primo depuratore 15 anni fa è grazie alla condanna europea. Se Roma cinque anni fa ha chiuso finalmente la disca- rica di Malagrotta, lo dobbiamo alle multe comunitarie. Il nostro auspicio però è che 13 nel futuro non ci sia più bisogno di condan- ne alla Corte di giustizia europea, ma che si possa contare su una strategia nazionale all’avanguardia, come fatto ad esempio sul- le leggi italiane per la lotta all’inquinamento da plastica, più volte copiate nella Ue. Spe- riamo che questo possa avvenire non solo per le politiche urbane, ma per tutte quelle ambientali del nostro Paese”. Ci sono evidenti comportamenti dinamici di una parte dei centri urbani e una stasi altret- tanto chiara in altri che porta a distinguere due specie distinte, due categorie opposte, diverse da quelle solite nord-sud, grandi- piccoli, ricchi-poveri. Da una parte città for- mica, laboriose, che non s’accontentano, dall’altra città cicala, che cantano future tra- sformazioni e in realtà assecondano la crisi ambientale urbana anziché cercare di cor- reggerla. Insomma, il cliché, valido in pas- sato, del centro urbano medio-piccolo del nord come luogo predestinato alla qualità ambientale non è più universalmente valido. Lo dimostrano i balzi avanti della metropoli di Milano e della meridionale Cosenza. Non più liquidabili come singole eccezioni, dal momento che si registrano prestazioni po- sitive anche a Oristano, Macerata, Pesaro. E sono proprio queste città cicala a fare da zavorra a una rapida e positiva evoluzione della qualità ambientale urbana. Infatti, la sfida per migliorare lo stato di salute delle città italiane procede troppo a rilento e per di più è ancora affidata alla lungimiranza e alla buona volontà del sindaco di turno. Più in generale, di fronte alle difficili sfide della lotta ai cambiamenti climatici, della riduzione di tutti gli impatti ambientali, della tutela del- la salute e della maggiore vivibilità delle città italiane, ancora non ci siamo.