EDITORIALE
N
elle pagine di City Life Magazine abbiamo
sempre cercato di porre molta attenzione alle
nuove tecnologie utilizzabili nei settori e nelle
applicazioni più diverse fra loro. Non neghiamo,
infatti, una grande passione per ciò che è tecnologico e
ciò che guarda all’innovazione a tutto tondo. Però non
abbiamo, né vogliamo dimenticare la centralità dell’uomo
e il suo ruolo guida.
Il monitoraggio, il controllo, la gestione della tecnologia
sono e devono rimanere nelle mani dell’uomo per evitare
pericolose derive e soprattutto per scongiurare una mal
interpretazione dei ruoli.
Il fatto che il processo di evoluzione digitale sia in piena
corsa non deve spaventare, ma non si può neanche
sottovalutarne l’impatto sul nostro quotidiano personale e
professionale. L’impatto su tanti aspetti della nostra vita
sarà inevitabile e quindi è giusto prenderne coscienza al
fine di gestirlo al meglio.
I cambiamenti sono sempre fonte di timori e stress, ma
solo con il cambiamento si avanza e migliora. Si tratta
comunque di una variazione che implica aspetti culturali
oltre che etico-morali e come tali bisogna avere il coraggio
e la determinazione per affrontarli sviscerarli fino a farli
propri.
Un mondo digitale ha il suo fascino ma porta con se anche
mille paure. Ad esempio quella di essere un giorno dominati
dai robot. Per questo è opportuno avviare un dibattito
aperto e continuo su questo tema molto sensibile che
parte da aspetti prettamente pratici: i robot ammazzeranno
il lavoro delle persone fino ad arrivare a interagire con
aspetti legati al sentir comune, alla difesa della coscienza
e alla sensibilità della persona?
Non si può negare il peso di queste domande, ma sono
convinto, che il robot non sarà mai in grado di raggiungere
il livello di coscienza e autodeterminazione dell’uomo,
quindi diventerà un collaboratore sempre più prezioso e
irrinunciabile, ma sempre subordinato e come tale incapace
di definire le strategie, ma solamente un perfetto esecutore.
Questo dovrebbe bastarci per guardare ai robot come una
grandiosa opportunità e non come una minaccia.
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