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virtuale diverrà una tecnologia sempre più
pervasiva e alla portata di tutti. Tutto ciò è abilitato da un comune denominatore tecnologico:
la comunicazione tramite Internet. Accanto
agli effetti positivi, tuttavia, la comunicazione
via Internet ha, come diretta conseguenza, il
rischio di attacchi informatici capaci di causare
enormi danni, spesso difficilmente calcolabili
e sempre più frequentemente mirati a colpire
impianti e macchine che sono totalmente
esposti sulla rete senza alcuna protezione. Per
evitare di essere presi in contropiede è fondamentale essere consapevoli del fatto che il
mondo sta cambiando velocemente e che i
rischi, che per molto tempo abbiamo creduto
essere solo degli altri, sono oggi anche rischi
per ciascuno di noi e per ognuna delle nostre
aziende. Ma ciò che ancora manca nel mondo
industriale, e in particolare di quello impegnato
nella costruzione delle macchine industriali,
è la consapevolezza di dover progettare e
realizzare prodotti già equipaggiati con sistemi
di cyber security. Serve un approccio, come
si usa dire, cyber security by design, da non
considerare come un aggravio dei costi di
produzione, bensì un fattore di innovazione e
quindi di competitività di mercato. Questo è
un obiettivo a cui tendere, prima ancora che
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questo approccio diventi un obbligo di legge.
Anche su questo terreno si gioca la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali”.
Ma quali sono i settori industriali più ricettivi e
quelli meno?
“La consapevolezza del rischio di attacco
cibernetico - sostiene Giuseppe Ieva senior
account manager di Lutech – purtroppo è
ancora bassa. C’è quasi un retaggio di ordine
psicologico nel dover ammettere di essere un
soggetto sotto attacco. È però in corso un
cambiamento legato alla nuova normativa sulla
privacy, di prossima emanazione, che imporrà
di denunciare gli attacchi subìti. In generale,
occorre però dire che, rispetto ai paesi nordici
e anglosassoni, l’Italia è in netto ritardo sul
tema della consapevolezza del rischio cibernetico. Al mondo delle imprese occorre anche far
comprendere che il costo per dotarsi di sistemi
e attrezzature contro il rischio informatico, per
imprese di medie e piccole dimensioni, non
debbano per forza di cose corrispondere a
centinaia di migliaia di euro e che in realtà rientrano nella voce investimenti a protezione dei
propri asset. Al contrario sono le aziende che
operano nei settori energetico e manifatturiero
detentrici di brand importanti a dimostrare una