EDITORIALE
L
a crisi del 2008 con il conseguente crollo del PIL mondiale nel
2009 ha lasciato una ferita ancora non rimarginata. Anche se
le economie americana, tedesca, giapponese, cinese e indiana
proseguono il loro cammino di crescita, molte altre continuano
a soffrire, tra cui purtroppo primeggia quella italiana.
La contrazione del settore manifatturiero in Italia è stata
dell’ordine del 20-25% negli ultimi 8 anni, portando il nostro
Paese dalla quinta posizione mondiale alla ottava/nona. Al di là
della classifica, ciò che più conta è che una caduta del comparto
manifatturiero genera inevitabilmente una riduzione del PIL.
Per questo un piano nazionale di rilancio degli investimenti nel
settore produttivo è una delle priorità del nostro Governo.
Questo spiega l’attenzione al te ma Industria 4.0, non tanto per
quello che possono essere le scelte tecnologiche da applicare,
quanto l’occasione per stimolare gli imprenditori a rilanciare le
proprie aziende sui mercati internazionali grazie a un recupero
di competitività derivante da investimenti in innovazione. La
declinazione del termine innovazione riguarda sia la capacità
di sviluppare nuovi prodotti sia quella di ripensare gli aspetti
organizzativi e produttivi. Il Piano che il Ministro Calenda
ha presentato lo scorso 21 settembre, va proprio in questa
direzione: una forte spinta agli investimenti privati (10 miliardi
nel 2017) a fronte di un credito d’imposta senza eguali. Il
tutto senza infrastrutture burocratiche e a condizione che
gli investimenti riguardino beni strumentali che garantiscano
l’interconnettività e l’interoperabilità tra macchine e macchine
e macchine e uomini.
Ci auguriamo che vengano rilasciate quanto prima le linee
guida pratiche per evitare che nell’attesa dei chiarimenti e dei
conseguenti benefici, l’economia si fermi. In particolare il rischio
è che l’ultimo trimestre 2016 possa risentire di una pesante
battuta di arresto degli investimenti impattando negativamente
sul PIL.
Chiediamo quindi al Governo di chiarire quanto prima le modalità
operative e ci permettiamo di suggerire di includere nel Piano
anche gli investimenti avviati nell’ultimo trimestre 2016.
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