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CITY LIFE MAGAZINE N.25
anze nel segno della progettazione sostenibile, innovativa e virtuosa.
“Non possiamo pensare di affrontare un
mercato come quello attuale - chiosa il
fondatore di MiA - con corse in solitaria.
Occorre creare network, sinergie, collaborazioni, condividendo alcuni ideali del lavoro
in architettura”.
A lasciare perplessi è una cosa, il nome
prescelto: Missione Architetto.
“Scegliendo la parola missione, volevamo
distinguerci da tutto ciò che fino a ora era
stato fatto nel settore della comunicazione in architettura - conclude Vicamini
-. Abbiamo così voluto sottolineare che
occorreva una nuova operazione di divulgazione partendo dall’abc dell’informazione.
Serviva, secondo noi, tornare ai principi
base dell’architettura e riconsiderare il
sistema del fare architettura in Italia ripar-
tendo da zero”.
In effetti, l’operazione messa in piedi da
Vicamini e dai suoi colleghi, sa tanto di
missione, se non impossibile, sicuramente
difficile. L’obiettivo del network è infatti
creare 15 associazioni territoriali in tutto il
Paese: per arrivare a questo risultato ogni
associazione deve darsi un tema da condividere con gli associati e proporsi sul territorio in modo unitario e coinvolgente.
Sei le iniziative che Missione Architetto ha
in corso: Missione casa e Mach 2 (il coworking di Missione Architetto) con lo Spazio
di Milano centro; Semiramide, il giardino
pensile e verticale con lo Spazio di Milano
City; poi il Coraggio che manca con il Mia
di San Siro, SavingArt con lo spazio di
Vigevano, infine, la Casa attiva e l’albergo
diffuso (ristrutturazioni e contract) con il MiA
di Monza e Brianza.
Un esempio dell’approccio sostenibile dell’associazione Missione Architetto