City Life Magazine 24 | Page 62

62 CITY LIFE MAGAZINE N.24 a cura della Redazione Biogas e biotecnologie Buone notizie nel settore degli impianti di biogas destinati alla produzione di energia elettrica. Risale infatti a questi ultimi giorni la notizia che le biotecnologie sono in grado di migliorarne l’efficienza. La news è avvalorata da uno studio condotto da Biovalene, una start up di Pordenone. L’azienda ha dimostrato sul campo l’efficacia di un metodo da lei brevettato che funziona attivando i consorzi di batteri che si rivelano più adatti alla produzione del metano. I risultati dell’esperienza sono stati davvero incoraggianti: da parte dei cogeneratori attivati dal bio-gas si è infatti registrato una diminuzione piuttosto considerevole del carico di biomassa destinata a produrre energia elettrica. Arrivando ai numeri si può parlare, all’interno di una centrale da 1MW, di una riduzione del silomais in ingresso pari a 4 tonnellate circa. Annualmente, considerando i 365 giorni in cui funziona il cogeneratore, si arriva a risparmiare ben 1500 tonnellate di materia prima e, di conseguenza, si ha una diminuzione di 30 ettari di terreno con coltivazioni dedicate. La tecnologia in questione, che prende il nome di Bioreval, fonda la propria azione agendo direttamente sul consorzio batterico presente all’interno dei digestori. Ne stimola la crescita e ne potenzia la funzionalità, in particolar modo per quanto riguarda i ceppi metanigeni. In altre parole, grazie all’impiego di bioreattori dedicati, si promuove lo sviluppo di modeste quantità di bio-massa in fermentazione. Queste, in un secondo tempo, vengono immesse nei digestori dell’impianto destinato a produrre bio-gas. Il bio-gas, a sua volta, riuscirà a operare in tempi brevi sfruttando la presenza di una flora batterica decisamente potenziata. Grazie a questo processo è possibile raggiungere e conservare un eccellente equilibrio biologico riferito ai processi attivati nei digestori. Inoltre, ci si avvale anche di ulteriori risparmi energetici che vanno ad aggiungersi a quelli già citati. I risultati positivi raggiunti dall’azienda rappresentano un sicuro punto di partenza per avviare uno sviluppo in grande stile di questa tecnologia. Attualmente, col supporto di Innovation Factory, l’incubatore certificato di AREA Science Park, sono già state avviate ricerche in merito. In particolar modo ha avuto inizio una fruttifera collaborazione con il Gruppo di Batteriologia del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologie. Si punta, soprattutto, alla valorizzazione degli scarti lignocellulosici agroindustriali che, a oggi, non vengono impiegati per produrre bio-gas. La lignina presente sulle fibre di cellulosa abbassa sensibilmente la resa di questo materiale di scarto, rendendolo poco appetibile. Riuscire a utilizzarlo permetterebbe, invece, di utilizzare scarti vegetali attualmente non considerati e di inserirli all’interno della filera del bio-gas, andando così ad incrementare la resa delle bio-masse vegetali che sono attualmente in uso. Inutile dire che i benefici economici e ambientali previsti sono davvero tanti.