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CITY LIFE MAGAZINE N.22
della fornitura, fino alla migliore integrazione
delle fonti rinnovabili e all’ottimizzazione del
profilo di carico globale.
In questo articolo presentiamo la sintesi1 dell’analisi che abbiamo sviluppato sugli impatti della
diffusione delle Energy Community in Italia.
Le Energy Community: inquadramento e
potenziale di diffusione in Italia
Per Energy Community intendiamo una comunità di utenze (private, pubbliche, o miste) localizzate in una determinata area di riferimento
in cui gli utilizzatori finali (cittadini, imprese,
Pubblica Amministrazione, ecc.), gli attori di
mercato (utility, ecc.), i progettisti, gli addetti
alla pianificazione e i politici cooperano attivamente per sviluppare livelli elevati di fornitura
“intelligente” (smart) di energia, favorendo l’ottimizzazione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili e
dell’innovazione tecnologica nella generazione
distribuita e abilitando l’applicazione di misure
di efficienza, al fine di ottenere benefici sulla
economicità, sostenibilità e sicurezza energetica.
Per l’affermazione di questo paradigma sono
rilevanti cinque fattori:
1. La struttura del sistema energetico e la
generazione da fonti rinnovabili.
2. La dimensione politica, intesa come il
complessivo assetto normativo-regolamentare.
3. Il mercato e l’offerta di tecnologie/soluzioni.
4. La sostenibilità/economicità, cioè le condizioni di convenienza per il sistema energetico, le utility e l’utenza finale.
5. La “cittadinanza energetica”, legata alla
conoscenza delle opportunità offerte e ad
aspetti socio-culturali che possono favorire
o meno l’adozione di determinate soluzioni
innovative.
In riferimento al primo punto (sugli altri si ritornerà più avanti) l’Italia ha una significativa base
di generazione rinnovabile2, con una struttura
di impianti di media-piccola taglia diffusi sul
territorio: nel 2013 risultavano installati 515
mila impianti, di cui quasi 500mila fotovoltaici di
piccola taglia, per una potenza efficiente lorda
complessiva pari a 23 GW (circa il 20% della