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circostante. In particolare si è cercata una
continuità tra l’ambiente esterno e le sale
dell’edificio, sfruttando il legno utilizzato per
le nuove sezioni del museo (si tratta del
cedro giallo dell’Alaska, un legno chiaro e
molto leggero) anche in alcuni punti delle
gallerie. Questo complesso museale è parte
integrante delle strutture dell’Harvard
University ed è stato concepito per essere
un luogo d’incontro tra l’arte e la collettività
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di studenti e professori, tra la ricerca
artistica e la comunità circostante. Le
nuove risorse, situate lungo Prescott Street,
rendono più agevole l’accesso dei visitatori
alle collezioni, grazie alla creazione di un
nuovo ingresso, supplementare a quello
originale (da Quincy Street). Gli architetti
hanno, infatti, dato vita a un nuovo centro
studi del museo, ognuno comprendente
una reception e due sale conferenza. Lo
stesso Renzo Piano afferma che: “Se
dovessi descrivere il nuovo museo in
un’immagine sintetica, direi che al piano
terra è urbano, che serve la città; il secondo
e il terzo piano sono per l’arte e le persone
che vengono a conoscerla; il quarto e il
quinto contengono spazi più specializzati
per gli studenti, come il Centro Studi e il
laboratorio di conservazione.” I materiali
impiegati nell’edificazione, come cemento,
vetro, acciaio e lamelle di legno,
contrastano con i mattoni dell’edificio
originale, conferendo modernità alla
facciata del 1927 del Fogg Museum. La
nuova struttura consta complessivamente
di 18.500 mq. La ristrutturazione e
l’ampliamento sono stati progettati per
ridurre al minimo l’impatto sulla struttura
storica, per aggiungere una nuova
espressione architettonica nettamente
distinta dall’esistente e per creare un
dialogo con il quartiere residenziale e
l’adiacente Carpenter Center for the Visual
Arts (l’unico edificio in Nord America
progettato da Le Corbusier). Il progetto è
stato concepito per seguire i criteri di
sostenibilità dell’Università di Harvard, con
l’intenzione di raggiungere la certificazione
LEED. Tutto inizia dalla valorizzazione della
Calderwood Court, al piano terra dell’ala
storica: un vuoto architettonico che si
estende per l’intera altezza dell’edificio,
come momento di connessione di tutti i
servizi museali, distribuiti ai vari piani che su
di essa si affacciano. Da questo centro
simbolico inizia un percorso ascendente: da
pubblico diventa semipubblico e poi privato
e riservato a studenti e ricercatori. Il vetro è