City Life Magazine 21 | Page 47

ARTICOLI circostante. In particolare si è cercata una continuità tra l’ambiente esterno e le sale dell’edificio, sfruttando il legno utilizzato per le nuove sezioni del museo (si tratta del cedro giallo dell’Alaska, un legno chiaro e molto leggero) anche in alcuni punti delle gallerie. Questo complesso museale è parte integrante delle strutture dell’Harvard University ed è stato concepito per essere un luogo d’incontro tra l’arte e la collettività 47 di studenti e professori, tra la ricerca artistica e la comunità circostante. Le nuove risorse, situate lungo Prescott Street, rendono più agevole l’accesso dei visitatori alle collezioni, grazie alla creazione di un nuovo ingresso, supplementare a quello originale (da Quincy Street). Gli architetti hanno, infatti, dato vita a un nuovo centro studi del museo, ognuno comprendente una reception e due sale conferenza. Lo stesso Renzo Piano afferma che: “Se dovessi descrivere il nuovo museo in un’immagine sintetica, direi che al piano terra è urbano, che serve la città; il secondo e il terzo piano sono per l’arte e le persone che vengono a conoscerla; il quarto e il quinto contengono spazi più specializzati per gli studenti, come il Centro Studi e il laboratorio di conservazione.” I materiali impiegati nell’edificazione, come cemento, vetro, acciaio e lamelle di legno, contrastano con i mattoni dell’edificio originale, conferendo modernità alla facciata del 1927 del Fogg Museum. La nuova struttura consta complessivamente di 18.500 mq. La ristrutturazione e l’ampliamento sono stati progettati per ridurre al minimo l’impatto sulla struttura storica, per aggiungere una nuova espressione architettonica nettamente distinta dall’esistente e per creare un dialogo con il quartiere residenziale e l’adiacente Carpenter Center for the Visual Arts (l’unico edificio in Nord America progettato da Le Corbusier). Il progetto è stato concepito per seguire i criteri di sostenibilità dell’Università di Harvard, con l’intenzione di raggiungere la certificazione LEED. Tutto inizia dalla valorizzazione della Calderwood Court, al piano terra dell’ala storica: un vuoto architettonico che si estende per l’intera altezza dell’edificio, come momento di connessione di tutti i servizi museali, distribuiti ai vari piani che su di essa si affacciano. Da questo centro simbolico inizia un percorso ascendente: da pubblico diventa semipubblico e poi privato e riservato a studenti e ricercatori. Il vetro è