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presenta lo Human Technopole, un centro
di ricerca e tecnologia applicata dedicato
all’alimentazione, alle neuroscienze, alla
salute e l’invecchiamento, alla biologia dei
sistemi e alla ricerca clinica e l’assistenza
sanitaria. Un centro di livello internazionale,
simile a quanto esiste già a Silicon
Valley, nella Boston Area e nella vicina
Berlino, capace di integrare la ricerca e le
tecnologie mediche, in cui sarà centrale il
tema umano. L’obiettivo è far sì che l’Italia
diventi un paese leader nell’ambito delle
tecnologie umane e della long life a livello
mondiale.
Il Tecnopolo sarà organizzato in sette
centri: Medical Genomics, Neurogenomics,
Agri-Food and Nutrition Genomics, Data
Science, Computational Life Sciences,
Analysis, Decision and Society, Nano
Science and Technology e tre facilities
condivise: Central Genomics, Imaging, Data
Storage and High Performance Computing.
Nel futuro Tecnopolo milanese si studierà
il DNA umano (circa sette mila screening
all’anno) per osservare i meccanismi di
tumori, patologie auto-immuni e malattie
neurodegenerative.
Il progetto sarà realizzato nell’area Expo e
si svilupperà su una piccola porzione del
sito (30 mila metri quadrati contro il milione
e centomila del sito espositivo) e prevede
un’infrastruttura centrale di laboratori che
ospiterà a regime circa 1.500 fra ricercatori,
tecnici e amministrativi. Altri laboratori
sorgeranno all’interno degli istituti di ricerca
partner, sotto forma di outstation. La fase
di start-up durerà tre anni, al termine della
quale è prevista una prima valutazione da
parte di un panel internazionale di esperti.
Il governo finanzierà il progetto con 150
milioni di euro all’anno per dieci anni, che
si sommano ai 100 milioni circa che l’IIT
metterebbe a disposizione. Lo studio si
spinge a stimare anche i costi di gestione
del centro: circa 150 milioni l’anno (una
buona metà per il personale, il 15-20 per
le infrastrutture e il 20-30 per la ricerca e
sviluppo).