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CITY LIFE MAGAZINE N.19
Cinque casi reali, più di tante parole,
descrivono meglio la tendenza in atto.
Si tratta di cinque progetti di riutilizzo
presentati in occasione dell’ultima edizione
di Urbanpromo, la manifestazione annuale
organizzata a Milano lo scorso ottobre
dall’Istituto nazionale di urbanistica e
dedicata alla rigenerazione urbana. Torino,
Rovereto, Milano, Bologna e Reggio Emilia
sono le città in cui l’industrializzazione ha
lasciato un’importante eredità e in cui oggi
si sperimentano nuove forme di riutilizzo dei
vecchi capannoni industriali.
È il caso, a Torino, delle Officine Grandi
Riparazioni, capannoni industriali costruiti
nel 1884 per la riparazione delle locomotive
e dei veicoli ferroviari, che dai primi mesi del
2017 ospiteranno invece una piattaforma
di produzione culturale e creativa dedicata
a musica, teatro, audiovisivi, architettura e
design, fotografia e spazi per l’innovazione
e l’accelerazione di impresa, oltre a
funzioni legate al loisir. Un intervento m isto
pubblico-privato avviato nel 2008, che si
inserisce nei progetti di sviluppo dell’area
urbana di Porta Susa, la cosiddetta “Spina
2” di Torino. Il progetto – risultato tra i
vincitori del premio di Urbanpromo per
la categoria “Qualità delle infrastrutture e
degli spazi pubblici” – è frutto del lavoro
dello studio Carlo Ratti Associati ed è
promosso dalla società consortile OgrCrt (ente strumentale della Fondazione
Cassa di risparmio di Torino), che ha
come missione imprenditoriale la gestione
degli immobili di proprietà, la produzione
di cultura, l’avvio di start-up e imprese in
ambito tecnologico e lo sviluppo di sinergie
tra gli investitori e le realtà imprenditoriali.
Si sviluppa su 20 mila mq. di superficie
di pavimentazione e su due Maniche (la
nord e la sud, entrambe di 200 metri di
lunghezza e 45 di larghezza) e un Transetto
di 40 metri per 40. Nella Manica Nord verrà
localizzata la piattaforma di coproduzione
culturale e creativa nei settori musicali,