City Life Magazine 18 | Page 58

58 CITY LIFE MAGAZINE N.18 IN GENERALE: Tre quarti della superficie del nostro pianeta sono ricoperti da acqua, sotto forma di mari e oceani. Il mare si è rivelato una costante cruciale in tutta la storia dell’umanità e, ancora oggi, seppur in forme diverse, continua a rivestire un ruolo di fondamentale importanza nella vita sulla terra. La ricerca scientifica ha determinato, ad esempio, come lo sfruttamento delle risorse marine possa condurre alla produzione di energia elettrica: le energie presenti nel mare -onde e maree, ma anche correnti e salinità, per citarne alcune - dunque, per quanto inutilizzabili allo stato naturale, possono essere trasformate e rese energie fruibili nella vita quotidiana. Ad esempio gli esperti del settore assicurano che in ogni metro di cresta di un’onda si celi una potenza pari a 100 kW. ESEMPI IN ITALIA: Il potenziale energetico racchiuso nel mare, abbiamo visto, è notevole. Nonostante che nelle acque italiane il potenziale di generazione elettrica sia inferiore a quello dei Mari del Nord o delle Coste Atlantiche, i risultati degli studi condotti dalla RSE (Ricerca Sistema Energetico) sulla base dei dati raccolti dalla Rete Ondometrica Nazionale, sono la base per progetti su come sfruttare al meglio il ridotto potenziale nazionale. Basti pensare alla Sicilia, a Messina nello specifico, dove dai primi anni Duemila è attivo il prototipo Kobold, una turbina sommersa e collegata a una piattaforma galleggiante per trasformare in energia utile l’energia scaturita dalle masse fluide, generata dall’incontro delle correnti e delle maree. O, ancora, al progetto sviluppato dall’associazione Ponte di Archimede International che, in sinergia con l’Università Federico II di Napoli e con l’Accademia Cinese delle Scienze, si sta adoperando per dare vita a prototipi spendibili nell’ambito industriale. Fino ad arrivare al progetto oggetto di questo articolo nel Porto di Marina di Pisa. PISA H24: L’impianto si propone di produrre energia ricavandola dal moto dalle onde di fronte a una diga frangiflutti a Mar ina di Pisa, meglio noto come macchina H24, segna due importanti primati: nel bacino del Mediterraneo sarà il primo ad immettere energia nella rete elettrica comunale e, a livello mondiale sarà il primo che opererà al di sotto della superficie del mare, al riparo dalle perturbazioni che hanno causato il fallimento di diversi sistemi galleggianti testati finora. Il progetto che sfrutta le onde dal fondo del mare si basa sullo stesso principio del prototipo di cui lo stesso ideatore di H24, Michele Grassi, aveva parlato due anni fa (chiamandolo macchina R115): in sostanza, il movimento prodotto dal moto ondoso, attraverso un sistema elettromeccanico, viene trasferito agli alternatori che si trovano fissati al fondale marino a 6 metri di profondità. Movimento che si tradurrà poi in un’energia elettrica potenziale da 25 kW a 100 kW, 100% green sfruttabile dall’uomo.