City Life Magazine 18 | Page 44

44 CITY LIFE MAGAZINE N.18 investimenti italiani ed europei. E rendere finalmente concreto il cosiddetto trasferimento tecnologico tra ricerca e impresa di cui tanto si vagheggia, ma che in Italia si fatica a vedere realizzato. Oltre a queste tre proposte, che rappresentano il cuore della futura operazione di rifunzionalizzazione dell’area, sono state presentate, sia da parte di soggetti pubblici sia privati, altre idee, ma il cuore del post Expo sta qui, nel connubio ricerca scientifica di livello internazionale, produzione innovativa, trasferimento tecnologico. Per completare il quadro delle possibili soluzioni, occorre ricordare che l’accordo di programma del 2011, che lega le istituzioni pubbliche e che definisce i contenuti urbanistici dell’intervento, prevede che 440 mila metri quadrati dell’area siano destinati a verde pubblico: un grande polmone verde per Milano e la zona nord dell’area metropolitana. Secondo la proposta del presidente Renzi – messa a punto dal direttore dell’IIT (Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, una fondazione di diritto privato finanziata dal governo) Roberto Cingolani, fisico di fama mondiale – il governo finanzierà il progetto con 150 milioni di euro all’anno per dieci anni. Una volta realizzato, nel polo tecnologico della ricerca umana, che non dovrebbe svilupparsi su grandi superfici (30 mila metri quadrati), lavorerebbero mille persone tra scienziati, ricercatori e tecnici e 600 dottori postlaurea. Nelle intenzioni, il futuro centro milanese dovrebbe diventare un luogo di attrazione di intelligenze provenienti da tutto il mondo nei cinque filoni di ricerca: tecnologie per il welfare e contro l’invecchiamento; la medicina di precisione per combattere cancro e malattie neurovegetative; tecnologie per l’alimentazione, la nutrizione e l’agronomia; materiali sostenibili, nanotecnologie verdi, confezionamento del cibo, ciclo dell’acqua, gestione dei rifiuti; soluzioni per preservare il patrimonio culturale e artistico italiano. Qualcosa di simile a quanto esiste già nella Silicon Valley, nella Boston Area e nella vicina Berlino. Con IIT collaboreranno altri due istituti italiani: l’Institute for Scientific Interchange di Torino e la Edmund Mach Foundation di San Michele all’Adige, vicino a Trento. Il centro torinese, guidato dal fisico Mario Rasetti, si occupa di ricerche nei campi della fisica matematica, delle scienze complesse e della teoretica, mentre quello trentino, guidato dall’agronomo Andrea Segré, di ricerca e formazione in campo agricolo, alimentare e ambientale. Lo studio della Presidenza del Consiglio si spinge a stimare anche i costi di gestione del centro: circa 150 milioni l’anno (una buona metà per il personale, il 15-20 per le infrastrutture e il 20-30 per la ricerca e sviluppo). Scopo del governo è fare dell’Italia il paese leader mondiale delle human technologies.