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ochi giorni fa mi trovavo a Londra e in una
mattina soleggiata in cui la città mostrava
una vitalità coerente con le sue prospettive di
crescita, ho avuto modo di visitare una mostra appena inaugurata alla Somerset House
dal titolo “Big Bang Data”, che resterà aperta sino al 28 febbraio. (http://bigbangdata.
somersethouse.org.uk/)
Una delle sezioni della mostra, curata da
Future Cities Catapult (https://futurecities.
catapult.org.uk/) in collaborazione con Tekja
(www.tekja.com), va sotto il nome di “London
Control Room”. Da un lato le tecniche di visualizzazione di Tekja fanno percepire il battito della città, analizzando in tempo reale dati
provenienti da Twitter, Instagram e Transport
for London. Dall’altro i modelli di Future Cities
Catapult consentono al visitatore di ipotizzare scelte sulla Città (dalla destinazione degli
spazi alle scelte sulla mobilità, dagli approvvigionamenti idrici alla socialità e all’istruzione)
e di vederne in modo interattivo la proiezione
degli effetti a vent’anni.
L’uomo ha sempre cercato di prevedere il
futuro. In fondo la scienza con i suoi modelli
si occupa proprio di questo. Dall’inizio si è limitata a predizioni certe e deterministiche. Se
lasciamo cadere un grave e una piuma dalla
stessa altezza (nel vuoto) arriveranno a terra
nello stesso tempo, che possiamo calcolare
con precisione (a dispetto dell’esperienza diretta che dice tutt’altro). Poi nell’ottocento ha
imparato a dominare il caso con modelli non
più deterministici ma probalistici, la termodinamica in primis. Pur non essendo in grado di