TELECONTROLLO
B
asta passare i tornelli, dove attenti controlli garantiscono
un accesso sicuro, ed eccoci all’interno dell’area dedicata
all’evento dell’anno: EXPO 2015. Non posso negare una certa
emozione che ho provato camminando lentamente lungo il
decumano. Un percorso intenso, ricco di stimoli eppure vissuto
da molti come un parco divertimenti pensato per adulti, ma per
tornare bambini. Eppure basterebbe guardare i padiglioni, leggerli
dal punto di vista strutturale e architettonico per capire che siamo
di fronte a qualcosa di più grande. La ricerca dei materiali e delle
soluzioni costruttive per non parlare della parte impiantistica,
fino ad arrivare alla tecnologia in essi contenuta, ci dovrebbe far
comprendere che non si tratta di un gioco, ma di una reale storia di
successo. Se poi ci addentriamo all’interno e seguiamo i percorsi
cognitivi, le proposte concettuali, allora possiamo accorgerci
del valore della proposta, del messaggio ricorrente che prende
corpo e ci costringe a pensare. Certo il cibo è piacere e in talune
parti dell’Expo è puro business e in altre gioco, ma la sostanza
è diversa. Il cibo è la condizione prima di vita per l’umanità e la
sua produzione, a partire dalla agricoltura fino alle varie forme
di trasformazione, accompagna ogni uomo, ogni giorno, e
non ammette mai soste. Abbiamo dimenticato cosa voglia dire
approvvigionarsi del cibo se non facendo la spesa, ma la realtà
è molto diversa in buona parte della terra. La grande incognita è
la disponibilità di acqua e di cibo per le generazioni future. Potrà
il nostro Pianeta sopperire a tutte le nostre esigenze? Sapremo
tornare a produrre cibo sufficiente per alimentarci in modo corretto,
equilibrato e diffuso? Queste sono le domande che EXPO 2015
ci pone, quindi divertiamoci visitandolo, godiamo la leggiadria e i
colori, ma non dimentichiamo di pensare alla nutrizione come al
primo problema da risolvere per poter sperare in un lungo futuro.
9