TELECONTROLLO
P
rimo maggio 2015 finalmente ha preso il via Expo a Milano,
un evento planetario da cui, come italiani, speriamo di
trovare nuovo slancio per la nostra economia. Un’occasione
che durerà sei mesi e che dovrebbe favorire la visita del nostro
Paese da parte di diversi milioni di cittadini stranieri. Già da
tempo si scommette sui numeri e sulle nazioni che invieranno
più visitatori. Onestamente non voglio entrare in questi giochi
previsionali, preferisco puntare l’accento su quello che questa
EXPO può lasciare sia ai visitatori sia alla città che la ospita.
A questo proposito mi piace ricordare che non è la prima volta
che Milano è sede dell’esposizione universale. La prima volta
è stato nel 1905, o meglio doveva essere in quell’anno, ma
di fatto l’inaugurazione venne rimandata all’anno successivo.
Ecco dirà qualcuno, anche 100 anni fa eravamo in ritardo.
In questo caso sarebbe più corretto parlare di un posticipo
legato al fatto che si decise di aprire l’EXPO in concomitanza
alla inaugurazione del traforo transalpino del Sempione.
Quindi unica volta (finora) nella storia EXPO non si svolse in
un anno dispari, a chiusura di un lustro, ma un anno dopo.
Considererei questo precedente solo una curiosità, un modo
per risultare diversi, per uscire dai soliti canoni. Mi sembra
invece interessante rammentare cosa ci è rimasto di quella
esposizione. Per aiutarci a identificare la struttura, l’unica,
rimasta di quell’edizione, vale ricordare che la sede di EXPO
1906 fu il Parco Sempione e l’area adiacente. La costruzione
realizzata allora è l’Acquario Civico che si trova in prossimità
di Lanza, una struttura liberty che ha mantenuto un ruolo
importante