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S
mart Cities e orti urbani sembrano essere
un tema ricorrente della “rivoluzione
verde” che ha progressivamente contagiato
differenti realtà metropolitane di tutto il mondo e
potrebbe essere un modo nuovo e sostenibile
di recupero di aree urbane dismesse, di lotta e
adattamento ai cambiamenti climatici e di ecopartecipazione sociale nelle nostre città italiane.
Parlare di orti urbani vuol dire valorizzare un
mezzo alternativo di gestione della città in
grado di formare una consapevolezza civica
ecosostenibile che lega efficienza energetica,
uso di fonti rinnovabili e gestione delle risorse
primarie. Oggi giorno gli orti urbani sono
diventati una presenza non indifferente nelle
città: solo in Italia, secondo la Coldiretti, si è
raggiunto il record di 3,3 milioni di metri quadri
di terreno di proprietà comunale divisi in piccoli
appezzamenti e adibiti alla coltivazione a uso
domestico, all’impianto di orti e al giardinaggio
ricreativo. Sulla base dei dati Istat si evidenzia,
infatti, che nel 2013 gli orti urbani in Italia
sono addirittura triplicati rispetto al 2011. La
trasformazione di aree dismesse in spazi
utili alla comunità in grado di migliorare la
qualità della vita dei cittadini anche attraverso
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l’agricoltura urbana contribuisce a riqualificare
e proiettare un’area urbana verso una smart
city. In parallelo al concetto di orto urbano
si sta sempre più affermando la presenza
di orti verticali, cosiddette vertical farms;
che rappresentano una evoluzione degli orti
urbani progettati anche per soluzioni indoor e
fruibili sia per il singolo cittadino, sia a livello
industriale.
L’agricoltura verticale può essere definita
genericamente come un sistema di commercio
agricolo grazie al quale piante, funghi, piccoli
animali e altre forme di vita sono coltivate per
cibo, carburante, fibre e altre forme di prodotti
e servizi in modo artificiale secondo una
geometria a colonne verticali. Questo sistema
applicabile in aree con forte urbanizzazione
permette di avere un risparmio netto di spazio,
vitale nelle nuove città metropolitane, oltre
alla possibilità di realizzare un’agricoltura
in ambiente chiuso, anche in assenza di
luce naturale, con meno scarti e meno uso
di inquinanti. In un’epoca in cui il cibo sta
diventando un elemento centrale per l’aumento
repentino della popolazione mondiale e il
conseguente trend di inurbamento; i costi