City Life Magazine 12 | Page 42

42 CITY LIFE MAGAZINE N.12 afferma Pilotti – è dipeso da due fattori: la crisi del mercato e l’alto valore economico delle aree. Però, continuiamo a pensare che l’area abbia un suo potenziale. Serve ripensare il meccanismo messo a punto fino a oggi, abbassando il livello di rischio. Occorre anche ribadire la scelta strategica del rapporto pubblico-privato, che prevede una forte regia da parte del pubblico, quale decisore finale e quale garanzia per il sistema bancario, che è l’altro soggetto importante dell’operazione. Ora la palla passa ai soci di Arexpo: il consiglio di amministrazione, infatti, con questo ultimo atto, ha concluso la missione che gli era stata affidata: acquisire i terreni, cederli in diritto di superficie a Expo e individuare lo sviluppatore. La gara non l’ha individuato. Ora si tratta di capire chi potrà essere tale soggetto. È auspicabile, per riprendere il percorso, che vi sia un allargamento della compagine societaria”. Quali saranno le prossime tappe? “Di recente il consiglio di amministrazione ha indicato la propria road map, che prevede un incarico alle università di Milano e al Politecnico per la redazione di un progetto di sviluppo da consegnare ai soci entro la metà della prossima primavera, prima dell’avvio di Expo. Il progetto dovrebbe indicare le opzioni da far atterrare sull’area e gli impatti economici collegati. Su queste basi, i soci dovranno decidere circa l’opzione desiderabile e lo strumento più adatto per la valorizzazione delle aree, con un preciso cronoprogramma, quale elemento di garanzia nei confronti delle banche, un time-table che dovrà rimanere invariato”. Insomma, il “fast-post”, che Arexpo ha immaginato, rischia tempi lunghi ed esiti incerti. In base all’accordo di programma del 2011, sul totale dell’area, si potranno realizzare nuove funzioni per 489 mila mq., ai quali se ne aggiungeranno 30 mila di housing sociale. Sulla metà circa della superficie (44 ettari) sarà invece possibile realizzare un grande parco multitematico, che da sempre rappresenta il cuore di qualsiasi idea del dopo Expo. Nell’ipotesi di intervento troveranno pure posto le superfici destinate alle trasformazioni private e, accanto ad esse, spazi e attrezzature dedicate al tempo libero delle famiglie e dei giovani e, infine, le attrezzature sportive.