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CITY LIFE MAGAZINE N.9
reagisce con il basalto, un tipo di roccia
vulcanica; i ricercatori hanno dimostrato
che, nell’arco di un anno, l’80% del gas
ha reagito con il magnesio, il calcio e
carbonato di ferro contenuto nella roccia e
ha formato del calcare, che manterrebbe al
suo interno la CO2. Le premesse sembrano
essere promettenti, ma va considerato che
il nuovo approccio richiederebbe grandi
quantità di acqua, circa da 10 a 20 volte la
massa di anidride carbonica, come sostiene
Eric Oelkers, professore di geochimica
acquosa presso l’University College di
Londra. Inoltre Mark Zoback, professore
dell’University of Stanford, teme che i
terremoti possano causare delle fuoriuscite
di gas dai siti di stoccaggio sotterraneo,
vanificando gli sforzi e le risorse profuse
per il raggiungimento dell’obiettivo. Un
tema questo da risolvere ma dai costi
ambientali attualmente troppo elevati. La
terza relazione IPCC riferisce anche di
altre tecnologie di rimozione di CO2, come
l’utilizzo di materiali che la assorbano, ma in
tal caso si creerebbe un secondo problema:
quello di dove stoccare e depositare tali
materiali impregnati di CO2. Lanciarli nello
spazio? Depositarli sulla Luna? Usarli come
combustibile? E in tal caso che tipo di
rifiuto rilascerebbero? Grandi interrogativi
cui cercare una risposta, ma la soluzione
potrebbe essere anche peggiore del
problema, se non parte di esso. Si troverà
un rimedio solo cambiando i termini del
paradigma, ma allo stato tecnologico
attuale non sembra essere possibile, o
accettabile in termini d’impronta ecologica.
“A lungo termine è molto più conveniente
evitare le emissioni, che rimuoverle” –
sostiene Howard Herzog (Senior Research
Engineer al MIT Energy Initiative) – Anche
se tutte le emissioni di gas serra fossero
fermate oggi, i gas che si sono già
accumulati manterranno il riscaldamento
dell’atmosfera per decenni, fino a quando il
clima non arriverà a un nuovo equilibrio”.
the basalt and formed a sort of limestone
which would keep inside and doesn’t
release the CO2 blown in at the beginning
of the process. The premise seems to be
promising, but it should be considered the
new approach would require large amounts
of water, about 10 to 20 times the carbon
dioxide mass, this is the contention of
Eric Oelkers ,Professor of Department of
Earth Science at the University College
London (UCL). In addition, Mark Zoback,
Professor at the Stanford University, fears
that earthquakes can cause gas leaks from
underground storage sites, thwarting the
efforts and resources expended to achieve
the objective.
The very high costs is a fundamental issue
that needs to be solved because the current
environmental costs are unsustainable for
most. The third IPCC report also refers to
other technologies for CO2 removal, such
as using materials capable of absorbing it.
Very interesting too, but it would create a
second problem: