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delle smart cities, le problematiche di cui sopra tendono a crescere in
modo esponenziale.
Diventa così indifferibile un presidio Istituzionale ai massimi livelli
per garantire il coordinamento delle iniziative assunte dai soggetti
istituzionali e non interessati e, soprattutto, per individuare e rendere
cogenti gli obiettivi di sistema da raggiungere.
Non può essere solo la buona volontà degli Enti di normazione,
profusa in abbondanza e con proattività, a risolvere i problemi.
Ad esempio: l’AEEGSI ha avviato di recente il programma di sviluppo
per lo smart metering 2.0 nel settore elettrico. Tra le altre cose si
prevede che sarà possibile operare in backup la trasmissione dei
dati anche attraverso la frequenza a 169 MHz utilizzata per lo smart
metering gas. Considerato che tale frequenza è “libera” (e a quanto
ci risulta il Governo non ha nessuna intenzione di proteggerla), si
creeranno significativi problemi di interferenza stanti le larghezze di
banda e il numero di canali ivi disponibili. Il CIG ha promosso presso
UNI l’avvio di un lavoro normativo teso a standardizzare, per quanto
possibile, l’uso del canale 169 allo scopo di minimizzare i rischi
interferenziali e mettere così in sicurezza gli ingenti investimenti in atto
per il “deployment” degli smart meter gas (ricordiamo che si tratta di
oltre 20 milioni di dispositivi).
Una tale attività, essenziale per il settore gas, non coglie che una parte
trascurabile delle problematiche poste dallo sviluppo multi-utility delle
smart grid. Tuttavia è emblematica dei rischi che si corrono.
Oggi è indispensabile che la regia di questi sviluppi venga assunta dal
Governo, il quale dovrebbe farsi carico di produrre una legislazione
adeguata, fissando obiettivi, tempi e modi sulla base di una “vision”
del Sistema-Italia dotato di sistemi smart distribuiti.
Su tali basi i soggetti Istituzionali interessati, in primo luogo le
Autorità per le telecomunicazioni, per la concorrenza e per le utility
energetiche, l’acqua e l’ambiente dovrebbero stabilire un quadro
regolatorio coerente con la vision e gli obiettivi posti dall’Esecutivo
e utili affinché gli Enti di normazione provvedano a complementare il
tutto con adeguati documenti tecnici.
Come dicevamo in chiusura del precedente editoriale, queste sono
problematiche che attengono al livello della “Politica Industriale” di