CIG Magazine - La rivista che dà voce al mondo del gas CIG Magazine 7 | Page 4
EDITORIALE
Il governo istituzionale dello sviluppo delle Smart Grid
di Michele Ronchi
Il Forum UNI-CIG 2016, come è noto, ha posto al centro dell’attenzione
il tema dello sviluppo delle reti “intelligenti” multiutility, investigando
nello specifico argomenti quali l’uso efficiente delle risorse, la crescente
proattività del consumatore-utente, il progresso tecnologico, la cyber
security e lo sviluppo delle regole.
In queste note riteniamo utile concentrare l’attenzione su quest’ultimo
tema che ci pare, come già abbiamo avuto modo di sottolineare nel
precedente numero, di estrema rilevanza per le numerose implicazioni
che riguardano, non solo gli operatori del settore, ma l’intero SistemaPaese.
Iniziamo col ricordare che il CIG ha sviluppato negli anni scorsi il corpus
normativo sugli smart meter gas a supporto del programma lanciato
dall’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico (AEEGSI)
che prevede entro il 2018 il rimpiazzo del 60% dei contatori domestici
tradizionali con contatori abilitati alla telelettura e telegestione.
Si è trattato di un lavoro di grande complessità, non soltanto per
i contenuti “tecnici” ma soprattutto per le caratteristiche generali
dell’argomento trattato, assolutamente nuove nel panorama
normativo europeo.
Vale la pena di ricordare che il Regolamento UE 1025 sulla normazione,
ha stabilito che è necessario che la produzione delle norme tecniche
sia maggiormente orientata al sostegno dell’innovazione.
Come ha dimostrato l’esperienza CIG nello sviluppo delle norme sugli
smart meter gas, la cosa è tutt’altro che semplice; non si tratta di
piccolo adattamenti rispetto alle modalità tradizionali utilizzate dagli
Enti di normazione. È richiesto un vero e proprio “paradigm-shift”:
tradizionalmente la normazione ha prodotto documenti tecnici che
fotografavano lo stato dell’arte in un determinato ambito, congelando
negli standard le migliori pratiche disponibili. Produrre documenti
tecnici a sostegno dell’innovazione vuol dire creare le premesse
affinché uno stato dell’arte si sviluppi e si consolidi ex novo o quasi;
ma il punto centrale è che tale stato dell’arte ancora non c’è. Le
implicazioni sono di estremo rilievo in quanto in tali condizioni, in
genere le tecnologie abilitanti, sono ancora in via di sviluppo. Produrre
standard su tali basi è un’operazione, ancorché meritevole e tale da
generare valore aggiunto, estremamente complessa: in particolare,