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di ispezionabilità delle reti di
trasporto di gas naturale).
Chi ha invece posto grande
attenzione al ruolo della
normativa di settore come spinta
all’innovazione è stato Roberto
Cattaneo, del servizio legale
di Anima. “L’installazione degli
smart meters gas – ha detto il
rappresentante della Federazione
nazionale dell’industria meccanica
che in Confindustria rappresenta
Acism, Assotermica, Avr e Ucrs
– ha coinvolto la produzione
normativa a tutti i livelli gerarchici,
ha aiutato ad affrontare le
nuove sfide relative alle nuove
competenze dell’ente normatore,
ha visto lo sviluppo di un progetto
che può essere esteso ad altre
utilities in contrapposizione
all’unicità dell’esperienza dello
smart meter elettrico”. Cattaneo
ha poi elencato gli obiettivi di
innovazione sulla misurazione
del gas, come il risparmio
energetico, la sostituzione dei
contatori non più efficienti e
sicuri, la trasparenza nel rapporto
con il cliente finale, il controllo
della misura del gas nel tempo,
la lettura dati come strumenti
di misura condivisa tra diverse
utilities. Tutto ciò, secondo
Cattaneo, ha voluto dire, per i
produttori, mantenere il livello di
qualità e di affidabilità dei prodotti,
per i distributori, prevedere
condizioni di competizione eque,
mentre per il normatore e per il
legislatore, garantire il dialogo
con gli operatori del settore
per contribuire alla corretta
applicazione delle norme.
“Fondamentale – ha concluso
il rappresentante di Anima – è
la verifica degli strumenti e il
mantenimento della qualità dei
prodotti: per fare ciò servono
l’impegno dei produttori
nell’elaborazione di norme di
verifica e di manutenzione e
la qualificazione e la selezione
degli operatori, con personale
adeguato e qualificato, e
una solida organizzazione
imprenditoriale”. Cattaneo, oltre
a ricordare che gli strumenti di
misura del gas oggetto di verifica
sono oggi 500 mila, ha concluso
avanzando alcune proposte
al mondo della formazione.
“Serve – ha detto – semplificare il
coordinamento tra procedimento
amministrativo e di qualificazione,
evitare la duplicazione dei controlli
sui laboratori, modificare le norme
che producono equivoci, rendere
costante il dialogo con le strutture
del ministero”.